gamibu

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giovedì 23 giugno 2011

tell a story

ho conosciuto una guaritrice nella foresta.. ero sperduta laggiù, lontana dal mio mondo fatto di cemento e farmacie. ero sperduta e malata. solo lei poteva aiutarmi. aveva il potere di tutti gli dei, splendeva di una luce interiore intensissima. l'ho amata dal momento in cui l'ho vista, bellissima, potente, fiera.
mi ha guarito l'anima e le ferite, mi ha amata anche lei. mi ha  voluta accanto a lei per imparare a guarire come lei aveva guarito me.

ero felice, di una felicità vibrante, il mondo era pervaso da energie sconosciute che potevo dominare, se solo le ero accanto.
ho dovuto abbandonarla, tornare al mio mondo di cemento e farmacie. quando ci siamo separate lei mi ha detto che saremmo sempre state insieme. io le ho creduto, non volevo partire, non volevo lasciarla, lo giuro. la amavo. mi aveva insegnato tutto, e sapevo che poteva insegnarmi ancora. era fonte d'acqua fresca e di vita. ma l'ho lasciata. lei che vedeva più lontano mi mentì, dicendomi che nulla tra noi sarebbe cambiato.
sono tornata al cemento e alle farmacie. sono tornata. i primi mesi la cantavo nei voli di gabbiani, la vedevo nell'odore della terra, mi sentivo ancora accanto a lei..ma il tempo è impalcabile, cancella ogni traccia, come la pioggia che ripulisce queste strade inquinate.
l'ho chiamata così tanto che è arrivata. ma non era più lei, quella forza, quell'alone che mi avevano incantato erano sparite. non era più la mia fata morgana. era piccola e fragile, sperduta nella città come io nella giugla. e io la rifiutai. non ebbi la forza, o la capacità di donarle la magia che lei aveva donato a me nella giugla. semplicemente mi vergognai. mi vergognai di lei, mammana senza aura, delle sue pozioni da circo, delle sue superstizioni selvatiche. mi vergognai di me, perchè non l'amavo più, ed era bastato spogliarla della luce tropicale per smettere di amarla; non l'amavo più perchè ora era lei ad aver bisogno di me, lei che era sperduta e doveva essere amata e curata. mi vergognai perchè aveva bisogno di me e io non potevo più avere bisogno di lei nel mio mondo di cemento e farmacie.
credo abbia capito, ma i suoi occhi non splendevano più lontano dal suo mondo e io non conoscevo le formule delle sue magie per leggermi.

da allora il suo solo nome mi fa tremare di vergogna. certe volte non bisognerebbe mai portare una fata lontana dalla sua foresta. certe volte mi piacerebbe sapere se potrei mai riamarla ora che non splende più..
amavo lei, o quello che in lei era promessa di quello che avrei potuto essere?

C'è sempre qualcosa di ridicolo nei sentimenti di chi non amiamo più. 
Oscar Wilde

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