gamibu

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giovedì 20 dicembre 2012

interruttori

sveglia col mal di testa.freddo, ancora freddo. senso di oppressione, sogni che si rincorrono, bisogno di sole, di caldo. di casa? ho già dimenticato una voce. è bastata una settimana, e leggendo le chat non riesco più a ricostruire una voce.
troppe cose da fare, troppo poco tempo per condividere.frammenti di vite che mi scivolano accanto. volti che rivedrò tra mesi. mesi?

no, a me il natale non mi mette di buon umore. mi lascia solo un vago senso di ansia da to do incompleta.e un senso di mancanza. perchè mi manca sempre chi non c'è e non godo mai di chi c'è?

eppure non sto male. solo ho bisogno di stabilità, tranquillità.
non ho voglia di saluti, auguri, buoni sentimenti.
ho voglia di una vita vera, finalmente in cui io mi senta al posto giusto.
sono sempre un po' fuori luogo.

mi chiedono la prossima meta e mi fanno sognare. eppure so che-qualunque sia, anche quella che spero- piangerò.

non ho mai i tempo di chiamare davvero un luogo casa. ho sempre troppo tempo per non chiamarlo.
così poco da non imparare tutti gli interruttori dell'appartamento, abbastanza per sapermi muovere al buio.

forse è una metafora di come sono. conosco meglio il buio della luce. o forse semplicemente, gli interruttori sono sempre contro-intuitivi.

mercoledì 12 dicembre 2012

partire

pochi giorni fa un'amica mi spiegava che ogni volta che parte da qui è un po' come se partisse definitivamente. quando torna, infatti, cambia tutto..abitudini, persone con cui esce, cose che fa.
non sa spiegare se è la città che è in eterno movimento o è lei a essere irrequieta.

questo pensiero, questa visione, mi ha destabilizzato. condividiamo tutto il nostro tempo qui. siamo 3. vite diverse, esigenze diverse, ma non passa giorno senza una chiacchiera, un caffè, un giro.

io sono la prima a partire, domattina molto presto. poi parte un'altra che però non tornerà per 2 mesi; per ultima lei.

ecco, magari è sciocco, ma se lei non avesse parlato avrei avuto meno questa sensazione che oggi sia una fine.
invece, con lei che ci ha messo il carico, mi sento davvero come se dicessi addio.
e mi sono persa per strada la voglia di tornare.
sento tutto, non so, così definitivo.
ma tra due settimane io sarò di nuovo qui. e se lei nel frattempo non avrà cambiato idea, beh io la aspetterò al solito corso in palestra.

però questo senso di precarietà, questo sradicamento..beh fa male..
si, oggi non è un buon giorno per partire.



domenica 9 dicembre 2012

families and friends

quand'ero liceale adoravo il telefilm friends. soprattutto adoravo il fatto che esistesse un gruppo ristretto di amici che era una sorta di famiglia. famiglia scelta, selezionata, basata su legami non di sangue ma di affinità. ne sentivo la mancanza.

ho dovuto attendere molti anni, cambiare svariati paesi, finire in questo posto assurdo per sentirmi davvero, finalemnte, una protagonista di friends.
il che non toglie nulla agli amici, quelli veri, che sono distanti e che mi mancano ogni giorno; ne alla mia famiglia, che le radici sono importanti e se le tagli perdi un po' di te, perciò le mie sono solo tese sopra il mare, ma casa è sempre casa, mamma è mamma e tornare è sempre bitter-sweet.

ma ieri, con la musica di natale, un grande albero da addobbare, la prima decorazione di una non-nipotina da fotografare, una tavola imbandita, che ognuno porta qualcosa, e 7 persone 1/2 intorno ad un tavolo quadrato, qualcuno ha affermato "questa è la famiglia".

e io ho sentito che era vero. in quel momento, in quel contesto. in questo mondo, fuori dal mondo, queste persone sono la mia famiglia.

e finalmente so anch'io cosa vuol dire vivere dentro friends.
sentire quel calore che solo le alchimie di un paese lontano dalla realtà, eppure così reale possono creare. quel bisogno di legami, quel piacere dei legami, quegli incastri così precisi, che sembrano impossibili. forse succede solo nella distanza. forse solo qui.
non importa, ora, adesso, intorno a questo parco, nelle case a turno, nella palestra e sul campo da tennis, nelle fughe dagli impegni ufficiali..noi siamo.


domenica 2 dicembre 2012

day after-day off

ieri sera la mia prima festa di natale..nel senso che per la prima volta l'ho organizzata io a casa mia.. in ambiente diplomatico si chiama "apertura", la prima festa pseudoufficiale in cui si inaugura una casa una volta giunti in un nuovo paese..
mi affascina questo mondo che sto scoprendo..anche se vedo un sacco di contro. li vedo nell'ignorarsi di due persone che mi piacciono , nei loro mariti che si girano alla larga, nella tensione alla base del collo e nei sorrisi superficiali.

e questo ieri sera mi ha un po' rovinato l'atmosfera, mi sento un po' incastrata in una situazione che non mi riguarda. e se dovessi scegliere lo farei,a malincuore ma lo farei. e spero che non me lo chiedano mai. e però alla fin fine forse sarebbe più facile..

e poi oggi mi sono data un day off. dalla tesi, dallo studio e dallo stress. avrei solo voluto che il mio amore potesse prenderselo con me. ma anche così cerco di godermelo il più possibile come se fossi a casa, e fosse inverno e fosse freddo.. come se fosse, ma non è. perchè una festa di natale col condizionatore acceso ti fa capire che c'è qualcosa di strano nell'aria..