gamibu

gamibu

lunedì 30 maggio 2011

day after

di ieri ricordo le forcine che tiravano terribilmente e il sollievo quando il mio amico le ha sciolte una ad una, slegando i miei ricci imprigionati. il freddo che può avere un prato quando scende la notte, i piedi nudi, il gusto di una fettina di mela verde e di un bicchiere di rose.visi a girandola intorno a me, caleidoscopio di parole sorrisi abbracci saluti vestiti bicchieri sigarette e dinuovo parole sorrisi abbracci saluti vestiti bicchieri sigarette...

di ieri ricordo di aver riso con mio padre come due scemi all'angolo di una strada mentre fumavamo; di aver visto tutti commossi e io no.

di ieri ho bisogno di vedere le foto per crearmi ricordi, perchè ieri stranamente l'ho vissuto a mille all'ora e non ho avuto neppure bisogno di una birra.

per me ieri poteva durare molto di più, ma sono felice che sia finita perchè il meglio inizia adesso.

venerdì 27 maggio 2011

time has gone

ci siamo..sarà per questo che sogno di essere in ritardo, di aver scordato di fare cose importanti, sogno colleghi di qualche anno fa, organizzazione di eventi diversi, capi imbufaliti, colleghi isterici...
sarà per questo che stamattina ho il nodo allo stomaco..piove. cerco di risvegliare dei e demoni ancestrali e chiedo sole, per me ma soprattutto per quegli ospiti che già mi hanno guardata male e sgridata " lo sai che pioverà? e io ho i sandali!!"

un paio di persone mi hanno detto: goditela, è il tuo giorno, vivitela fino in fondo..

ma io mi conosco e loro no..loro non sanno che come sempre quando organizzo un evento, arriverò a volere solo che finisca.. c'è una foto che mi rappresenta benissimo: un grande party aziendale, pieno di gente che ride, scherza, balla e si diverte.. in fondo in un angolo, una ragazza con una birra e una sigaretta, uno sguardo di non partecipazione sul volto.. non è che sono arrabbiata, voglio solo che finisca, per non rischiare che arrivino commenti negativi e battute che i ferirebbero..
ecco, io domenica, non potrò chiedere una birra e mettermi in un angolo, ma se mi uscirà quello sguardo sarà il dolore del rigiuto che sento più forte quando mi espongo, sarà l'ansia che gli altri siano felici..

io? io non me lo godrò per nulla, spaventata che qualcuno noti che il vestito non cade perfettamente, che il musicista non azzecchi i pezzi che fanno ballare, che il cibo non sia abbastanza ne abbastanza buono, guradando il cielo sperando che non piova..
io? ma quando mai io vengo prima? quando mai io godo di qualcosa?

è il mio grande giorno? l'unica speranza è che finisca in fretta.. mio dio, che pasticcio..come non so gestire il magma dentro di me..come vorrei saper respirare e fregarmene degli altri..come vorrei essere positiva e solare..
vorrei che questo giorno sapesse di noi..e invece.. non credo che ne sarò capace..
sapere in anticipo che butterò via qualcosa che non tornerà per l'incapacità di viverlo, fa male.. ma ormai siamo troppo vicini, l'emozione mi invade..
forse mi servirà un birra..

mercoledì 25 maggio 2011

sogni

la mancanza è la misura dell'amore? ma se fosse così, come misurerò sul rosario dei miei giorni il nostro amore? oppure dovrò solo immaginare l'assenza?

ma forse la misura dell'amore è un'altra..quale?

il cuore pesa oggi, il cielo si fa grigio, resto immobile davanti al pc, pagine di lettere e di libri si mescolano confuse. quali parole sono state mie, quali lo sono diventate?

mi manca quell'estate che bruciava senza nessuna idea di arrivare fin qua, sarebbe stato mille volte più film se fosse finito lì ma che ne sarebbe oggi di me?

puoi incontrare l'uomo che amerai per sempre e non averne la benchè minima percezione oppure il destino dovrebbe disvelarsi? l'ha fatto e non me ne sono accorta?
d'altronde io non credo al destino.

nonostante tutto, devo accomiatarmi dalle vite che non vivrò, dalle persone che non amerò, dai sogni che non farò.

non saprei dire se questo mi dispiace. così è. finisce o inizia l'avventura?

forse le parole non sapranno mai definire il momento preciso in cui decidi di lanciarti nel vuoto, quando la strada, che era strada, lineare semplice infinita, diventa volo, diventa mare, si sfalda di fronte a me e diventa infinita possibilità.

forse ho bisogno di toccare qualcosa di reale per non perdermi nelle fantasie.. forse le fantasie mi salvano dalla realtà.

dovrei farmi una domanda, ma semplicemente -unica volta in tutta la mia vita- non serve la domanda per sapere la risposta.

lunedì 23 maggio 2011

e tremo

tremo dentro, tremano le mani che accendono la sigaretta, trema e danza nel mio stomaco quel sentimento ancestrale, quel ritmo tribale che ieri era lì e stamattina svegliandomi ho ritrovato.

tremo di fronte all'immensità di cui non capisco i confini, tremo di fronte a un tempo senza fine che il mio cervello non riesce a immaginare, equazione infinita che non so risolvere, tremo di fronte al mistero profondo, tremo davanti all'inevitabile e all'evitabile che non so se saprò evitare, tremo di fronte alla solitudine enorme dei momenti cruciali, per quanta gente mi circondi sono sola, per quante parole di conforto sono io l'eroe che deve sconfiggere il drago, tremo davanti al dubbio, al non riconoscermi più, tremo di fronte all'amnesia dei perchè, tremo perchè non ricordo i motivi che mi hanno portato qui, tremo di fronte alle mille vite che ho chiuso la fuori, tremo di fronte alla scelta, tremo di nostalgia per ciò che non avrò mai, tremo di aspettativa per ciò che avrò.

tremo. io non so come chiamare questo tremito che mi pervade, che mi toglie fame e sonno..ricorda il tremito di un nuovo amore, di una scoperta, di una svolta..e ricorda il tremito di un addio, di un lutto, di una paura, di un horror vacui.

forse è solo emozione indefinibile. forse è solo quella domanda, quel desiderio irresistibile e inarrivabile che mi corrode da sempre e per sempre.

sarò diversa e uguale. come capacitarsene.

è la scelta giusta? solo il tempo, parlerà. ho avuto di nuovo fretta di esser grande, oppure sono grande e vorrei solo non saperlo?

tremo e nessuno e niente possono fermare il mio tremito.

chi non ha dubbi, è solo il saggio alla fine della sua vita o lo stolto al suo inizio.

domenica 22 maggio 2011

7 days

forse dovrei essere più nervosa..forse lo sono ma tengo tutto compresso che tanto le persone che vorrei vedere e abbracciare non ci sono, prese dai loro impegni dalle loro vite e io non posso pensare altro che "pura vida",non posso far altro che invidiarle e sapere che mi mancheranno e che gli auguro ogni bene e che mi auguro di non essere qui ad aspettarle.. cioè di aspettarle, questo si, ma non qui, non statica aspettando che la vita me le riporti..ho voglia di nuovi viaggi di nuove avventure, ma non è ancora il momento, non ancora..

adesso sono qui, aspetto che arrivi il momento, vivo, soprattutto e non mi sembra di essere granchè agitata, o spaventata, o emozionata.. vivo. certo il mal di stomaco mi prende in giro, mi dice che poi tanto tranquilla non sono, che in fondo lo so che sto per stravolgere la percezione di me stessa. eppure so anche che la mia vita sarà uguale, solo che..solo che non lo sarà. solo che farlo è un'emozione, una pazzia, una paura di lanciarsi nel vuoto..la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare..

davvero? allora sbatto le ali e volo via.. magari anche da questo mal di stomaco, e un po' da questo senso di abbandono, perchè vivere tutto questo senza poterlo condividere, beh.. rende tutto un po' più opaco, lì dove io volevo diamante e luce e fulgore.. ma loro ci sono, sono con me, sempre.. e non fa niente se non potrò parlare loro o anche solo star loro accanto in silenzio..sono dentro di me..

solo che i pensieri che sto comprimendo non hanno la loro valvola di sfogo e allora si acquattano in fondo al mio stomaco e battono ritmi tribali..avrei voglia di ballarli fino al mattino, ma ballare sola con gli spiriti non è forse un segno di pazzia?

sabato 21 maggio 2011

perdonare?

la parola perdono deriva dal verbo perdonare che ha origine da condonare con cambio di prefisso e come forma rafforzativa (dal latino medievale, documentato nel secolo X)
wikipedia 

perdonare

1 Assolvere qualcuno per qualcosa che ci ha offeso o danneggiato, rinunciando alla vendetta
2 Condonare un errore a qualcuno
3 Nel significato religioso, rimettere a qualcuno un peccato contro le leggi divine
4 Comprendere qualcosa mostrando indulgenza verso qualcuno
dizionario di italiano del corriere.it

leggo la definizione più volte, cerco di immergermi in queste parole finchè sfumano, diventano suoni inarticolati, perdono qualsiasi senso, le imprimo nelle pupille, le ripeto sottovoce godendo del loro liquefarsi..
vendetta? errore? peccato? 
chi sono io per condonare? chi sono io per avere l'arroganza di assolvere e rimettere?

forse il trucco è qui, l'incastro è in questa definizione.. forse è il punto 4 l'unico accettabile..comprendere..e poi accettare..e poi amare lo stesso, senza riserve, senza permettere che mi faccia male ma senza credere di essere io degna di giudicare e condannare ne tantomeno di assolvere e condonare..

solo che è molto più facile pensare di dover perdonare, perchè questo sottointende errore, peccato, forse anche colpa, o anche solo dolo.. quetso permette alla rabbia di coprire la tristezza, la rassegnazione, l'incapacità di accettare l'umanità e le sue debolezze, i suoi limiti, le sue diversità..

ma quando mi sono sentita dire per la prima volta: lei è così, non la cambierò e non posso fargliene una colpa, ho capito che il primo passo era fatto. la strada potrebbe essere ancora lunga, ma la rabbia non la sento più, è come un suono in dissolvenza..oggi mi sento consapevole.questo non significa che non mi farà più arrabbiare o non mi farà male..vuole solo dire che respirerò intensamente e non permetterò alla dietrologia e all'insicurezza di vedere rifiuti laddovè c'è solo un essere umano che esprime le sue fatiche e le sue cicatrici, che cerca di amarmi per quello che sa e per ciò che le hanno insegnato..e se posso cercherò di insegnarle un'latra forma d'amore, se non potrò, piangerò per lei, per le distanze che ci separeranno, forse anche per me. e poi andrò avanti.

perchè io sono diversa, io combatterò per essere me stessa ogni giorno, per essere autentica.

perdonare? lo lascio alla chiesa, io non sono nella posizione di perdonare nulla, perchè nulla è da perdonare.

martedì 17 maggio 2011

in advance

oggi che dovrei pensare a domani pernso già a dopodomani.. io sono fatta così, arrivo a un punto dopodichè domani non conta più nulla, dove il futuro immediato non conta, dove c'è sempre qualche nuova sfida da porsi.. e ci arrivo in anticipo. e non so se è bisogno di distrarsi dalla sfida di domani o certezza che più di questo non potrò fare e quindi corro incontro alla prossima sfida..ma io sono così, domani è già passato, viverlo sarà una erdita di tempo, perchè nella mia testa l'ho vissuto mille volte, con mille possiili finali e ormai neppure mi interessa quale sarà quello reale, deve solo passare in fretta per portrami al giorno dopo, alla nuova sfida.. mai a godermi un risultato, mai a godere..quando inparerò a vivere lentamente, a assaporare il gusto invece di essere trascinata da questa bulimia di vivere, mai abbastanza per me.
oggi mi sento così, in anticipo su me stessa, pronta a nuovi stress, a nuove corse, a nuovi non ce la farò mai.. sono così, vivere è un gioco che non mi hanno insegnato bene...domani ripasserò le regole..magari scoprirò che non è necessaria quest'ansia da performance costante..forse scoprirò che nasconde altro, un'atavica insicurezza, un senso di inadeguatezza..forse riuscirò a fermarmi e per una volta arrivare in ritardo, ma godendomi il viaggio.

lunedì 16 maggio 2011

strade

mi sveglio, tardi, correre, in ritardo -che strano?- dovrei mettermi qui, libri, una tazza di caffè e perchè no una sigarettta. ma fuori c'è il sole e mi sembra uno spreco, fuori c'è una giornata che nella mia vita non tornerà.. eppure so già che la lascerò scivolare via..senso del dovere o regole autoimposte, questa giornata sarà ricordo e io non avrò nulla da ricordare..

certe volte mi chiedo se sia davvero possibile vivere intensamente ogni giorno, come in quella frase di jim morrison che avevamo tutte nel diario, o se sia un sogno infantile, se crescere voglia dire diminuire l'intensità.. io credo, che la risposta stia nell'interpretazione che davo all'idea di vivere intensamente e quella che gli do adesso..perchè oggi può essere intenso anche con un libro in mano..mi piacerebbe sentirmi addosso l'idea che oggi sia un pezzetto in più..

il problema è che a furia di crescere in anticipo e inventarmi strade qualsiasi che mi rappresentassero mi trovo oggi a non avere strade tracciate..ho lasciato la strada che avevo scelto -scelto?- qualche mese fa, ma non esattamente per un altra strada, l'ho lasciata per un campo, dove strade non ce ne sono, ma spazi aperti enormi infiniti, dove posso camminare fino a perdermi o trovarmi.. e forse vado controcorrente ma voglio poter fare errori nuovi e viaggi diversi..oggi non voglio tracciati troppo chiari, voglio sorpresa, voglio cambiamenti..

pensavo di trovare appoggi in questo, ma mi sento piuttosto sola, non so se è colpa della società o che altro ma temo che il non poter essere giudicata in base a quello che faccio, ma solo in base a quello che sono disorienti, gli altri prima di me, disorientata a mia volta dal vedere gli altri franare senza appigli alla ricerca di una definizione per me.

l'autenticità fa sempre paura? certi giorni mi viene voglia di rientrare negli schemi per non vedere e sentire addosso il giudizio di chi non può capirmi senza farsi domande scomode.. certi giorni li lascio lì con i loro sguardi sbigottiti e vado a godermi il panorama che si vede dal mio campo, non frenato dai palazzi ai margini delle loro strade dritte e immutabili..

http://www.youtube.com/watch?v=AERxPywiXWo

venerdì 13 maggio 2011

leggera

io non lo so se è davvero cambiato qualcosa, se nella mia testa una levetta si è spostata, e finalmente io posso accettare che questa è la realtà e non la posso cambiare, ma mi sono sentita libera oggi sentendomi ammettere a voce alta che mia madre è fatta così e che io non la cambierò.
che io sono diversa e ne sono felice. che sono più risolta di mia sorella e che anche se lei lo ammette, non è per questo che lo so, io lo sapevo prima.
che se non ho più bisogno di leggere oroscopi e guardare il meteo compulsivamente, è perchè ho imparato che non tutto si può controllare, e che sapere n anticipo che pioverà forse potrà anche convincermi a uscire con l'ombrello ma non mi farà stare meglio..forse mi farà solo perdere l'occasione di sentirmi audrey hepburn in colazione da tiffany.
che se finalmente riesco a ripensare a me 10 anni fa e a vedere l'abisso e a provarne tenerezza è un affare solo mio. che se posso ammettere che mia madre avrà sempre bisogno di immaginarmi come lei per non doversi fare domande, beh questo invece è solo affar suo..e io deciderò in base al momento se farle notare o no la mia mancanza di adesione.
oggi mi sento libera, pronta a un nuovo viaggio, un nuovo posto da chiamare casa..magari ci vorrà del tempo per organizzarci e per non mollare a metà tutto, ma oggi io sono leggera.
sarà che doveva piovere -secondo mia madre- e invece è estate..e a me viene da ridere di leggerezza.

giovedì 12 maggio 2011

manca un pezzo

quanti strati di pelle dovrà strapparci crescere?

quanto sale dovremmo versare sulle ferite perchè inizino a rimarginarsi?


mercoledì 11 maggio 2011

e alla fine arriva..

arriva l'ansia e lo sapevo sarebbe arrivata. l'ansia da "per sempre", l'ansia da "mai più"..
mai più provare la sensazione delle farfalle nello stomaco, l'inizio di una storia, mai più, quell'apertura totale verso l'altro, quel gioco di sguardi, quell'adrenalina che scorre nelle parole, nei movimenti, mai più tremare e non di freddo, mai più non avere sonno e sete e fame.. mai più sentirsi in cima al mondo ma su una fune sotilissima, ogni passo calcolato, ogni parola soppesata per non sfracellarsi al suolo, mai più attenta a non sbilanciarmi per prima mentre frano verso labbra che non conosco, in bilico tra la voglia di buttarsi e il bisogno di avere una via d'uscita.
è bastato un sogno, breve e quasi innocente, un fiore non colto che nei ricordi torna a chiedere il perchè di quell'aborto, di quella paura che ha bloccato quella che  -almeno in sogno- poteva essere una splendida storia d'amore: già condannata, effimera, ma intessissima con il classico incompreso, immaturo e un po' dannato che le brave ragazze come me evitano come la peste.
l'ansia da per sempre, che manca poco, pochissimo..e io lo amo, sono contenta, viviamo insieme e stiamo bene, ma quando devo mettere un per sempre nella mia vita scatta il panico.


succede a tutte? forse, ma non consola. soprattutto stamattina, appena sveglia da quel sogno che dava un'altra possibilità di sentirsi viva..in maniera immatura, spericolata e un po' folle ma così emozionante.

mi guardo intorno, il mondo è pieno di quarantenni che si pentono, si tradiscono, si lasciano, vogliono tornare a vivere, a godere, a sognare, lontani da responsabilità prese troppo presto, all'interno di un clichè sociale che non riconoscono più loro.. perchè io dovrei essere diversa? perchè non dovrei anch'io svegliarmi tra 10 anni e voler buttare via tutto? perchè questo bisogno di stabilità, di fare le cose definitive, di chiudersi in una definizione?

oppure è solo panico da grande giorno? oppure è un segnale forte e chiaro? 5 anni di analisi mi eviteranno di scoprirmi un giorno quarantenne frustrata da una vita che non è la mia, accanto a un uomo a cui ormai voglio solo bene, senza passione e senza sogni?