gamibu

gamibu

venerdì 24 maggio 2013

aerei

una amica parte per trascorrere l'estate in italia. qui fa troppo caldo per il suo cucciolo. torna a casa. ritornerà a settembre..
io parto per un breve passaggio in italia, poi rientro e poi riparto per raggiungere la mia amica lunga dove la croce del sud prende il posto della stella polare.
mentre salutavo l'amica e il cucciolo, l'altra amica mi dice di non piangere: tieni le lacrime per quando ce ne andremo definitivamente.

e a me manca il fiato. mi manca proprio. perchè se ne andranno prima di me. e nulla sarà più come prima. questo posto, che ha senso solo per loro, diventerà un deserto.

ecco, pensavo, questo è un altro dei lati negativi di essere expat. quando vivi tutta la vita nel tuo paese, può succedere che qualcuno dei tuoi amici parta. decida di cercare un altro luogo da chiamare casa. ed è terribile e devastante e.
però non è tutto il mondo che ti gira intorno. non è così sicuro e scientifico e ovvio come quando si è expat. nella mia vita, una vita da expat in movimento, si è fortunati quando un'amicizia ha la possibilità di durare 3 o 4 anni. è il colmo della fortuna, tenendo conto che la policy di molte aziende pubbliche e private è un cambio ogni 4 anni, la possibilità che i quattro anni siano in parallello è bassissima.
di solito una sovrapposizione di un paio d'anni è già buona.

di solito questa cosa non mi pesa. mai trovato amiche come queste nel mio peregrinare. ma oggi, quella frase mi ha colpito come un macigno.
e allora mi sono sentita come nel piccolo principe.. mi resterà almeno il colore del grano.. mi resterà il rimpianto di averle perse ma non il rimorso di aver rinunciato ad amare perchè sapevo in partenza che le avrei perse.

a volte odio proprio tutti questi aerei che ci portano via, odio le partenze, a volte anche i ritorni. odio gli addii.
un ragazzo che conoscevo li odiava così tanto che rinunciò a salutarmi pur di non dover dire addio. però è stato sciocco. gli addii consolano mentre ti spaccano il cuore. senza un addiio non esisterebbe un ben tornato, non potresti aprire le valigie, chiuse a casa, su una nuova vita.
le lacrime non sono segno di debolezza. lavano gli occhi dalla tristezza per permetterti di riaprirli pieni di stupore e aspettativa e voglia di riprovarci.

eppure, anche se sono solo tre mesi, mi mancherà

giovedì 16 maggio 2013

fatuità e vuoti

quando i personaggi delle serie tv sono più reali delle persone che ho intorno, significa che ho un problema. quando è più importante non perdere una puntata che vedere un amico, quando guardo gli spezzoni su youtube direttamente in inglese, significa che la mia vita è alla deriva.

quando fumo così tanto che già a mezzogiorno ho la nausea. quando oltre al ginocchio anche il piede risente del troppo allenamento. quando i libri mi nauseano. quando scappo dalla realtà c'è qualcosa che non funziona.

quando il mio spirito di iniziativa si riduce a zero e anche l'idea di andare al cinema è troppo faticosa. quando mi oppongo a un weekend al mare, allora significa che non sono più in pace.

quando parlare al telefono con un'amica significa uscire stressata e stufa e stanca e innervosita dalla conversazione, beh allora qualcosa non va.

quando mia madre diventa un martello pneumatico di domande non poste, quando taglio corto le conversazioni, perchè so di essermi lasciata troppo andare prima e ho paura di quello che frulla nel suo cervello, allora non va bene.

ho voglia di essere lasciata in pace, alla deriva nel mio universo parallelo di serial e palestra. zero voglia di parlare, comunicare, sviscerare.
zero voglia di fare qualcosa per me. anche andare dall'estetista mi sembra troppo. figuriamoci cercare un dialogo con chi-stanco da una giornata di lavoro- ha solo voglia di intossicarsi di ruzzle per rilassarsi.
ecco io non ho voglia di sforzarmi. di parlare, di cercare un dialogo.
ho solo sonno e incapacità di dormire. ho solo fame e nausea dei cibi sani.

ho solo bisogno di una bussola.
lo so.
è che sono annoiata. annoiata da me stessa, dalla fatuità della mia vita. dai vuoti che ci sono.
ho bisogno di stimoli e non sono pronta a cercarli.

però lo so che non va bene. e so che saperlo è un primo passo.
ma è un passo piccolo e incerto e io non so fare il passo successivo.
non so neppure di cosa ho bisogno.. tempo? ne ho fin troppo..così tanto che non riesco a focalizzare nulla.
iniziative? non c'è nulla che mi attiri..nulla.. nessuna vita che vorrei vivere.. scrivo romanzi nella mia testa e me ne stanco non appena ho costruito un abbozzo di plot.. sono noiosi, autoriferiti, banali.. romanzi degni di fabio volo. una tristezza.
vivo universi paralleli perchè la mia vita è vuota e invece di riempirla mi rimbambisco di tv.

esiste una via d'uscita..solo non vedo un buon motivo per imboccarla.

 

giovedì 9 maggio 2013

tempo di..

tempo di riposo. che il ginocchio fa male quasi sempre, e per fortuna non è rotto, ma lo stresso troppo con l'attività fisica, a cui comunque non rinuncio, anche se devo ridurla.

tempo di leggere. divoro libri, leggo di giorno e di notte. ho scoperto irving e mi piace. e sto leggendo tutto quello che il mio kindle riesce a rintracciare. e poi leggo blog e siti e portali. qualsiasi cosa pur di leggere.

tempo di cene. la stagione qui è già super estiva e di conseguenza di moltiplicano gli eventi. ma non solo. invito io. tanto. passo ore a preparare gli ingredienti perchè il mio amore cucini quando arriva dal lavoro. mi piace quel senso di famiglia estraneo alla famiglia, quelle chiacchiere in circolazione, quel sentirsi a casa.

tempo di pulizie. cambio degli armadi, pulizie di fino, lavaggio tende. tutto con la musica di sottofondo. trovo sia terapeutico pulire e riordinare. fuori e dentro sè.

tempo di progetti campati per aria. piccoli obiettivi, prospettive, alcuni quasi giochi altri seri. per ora mi informo e aspetto gli sviluppi. sono progetti lavorativi, personali e familiari. e mi stuzzicano tutti. soprattutto perchè uno in particolare richiede lo studio. e io non lo so, devo essere malata, ma comprare online 8 libri per un esame.. mi riempie di gioia e aspettativa.

comuque è presto per parlarne.. per ora, li coltivo in silenzio e cerco di trovare una strada- una qualunque- che sia mia.