gamibu

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lunedì 29 ottobre 2012

futuri splendenti

la mia vita sta prendendo una piega strana. i giorni sfuggono via veloci, il tempo si liquefa tra le mani, le cose da fare troppe, le persone da vedere tante, tutte interessanti, lo studio latita un po' (ma ho spedito il primo capitolo della tesi, perciò giubilo).

ieri sera a cena si parlava di quanto si rimarrà qui. è un argomento che va per la maggiore tra gli expat, un po' perchè la nostra è vita precaria, un po' perchè questa destinazione non rientra esattamente nella top ten delle più ambite.

scenari differenti, ognuno coi suoi obiettivi, ma tutti accumunati dalla voglia di cambiamento.. io sono l'ultima arrivata. non so quanto rimarrò qui, ma di sicuro non ho prospettive a breve periodo di andarmene.
eppure intorno al tavolo, con una bottiglia di contrabbando in mezzo, si immaginano vite diverse, sapendo che ci vedranno tutti separati. e un momento di tristezza mi coglie.
non posso dire di essermi innamorata di questo posto, ma sono qui da poco e già ho un sacco di conoscenti, persone con cui condividere gioie e fatiche della vita da expat.
e mi chiedo: ci fermeremo mai? ci sarà un posto da chiamare casa, finalmente, alla fine?
saremo mai soddisfatti e vorremo fermarci?

tante domande insieme al senso di precarietà e alla voglia di sentire che ogni posto da' qualcosa, non è solo una tappa da consumare in fretta, ma un pezzo di me da preservare.

sono combattuta. vorrei stabilità, vorrei che queste giornate al parco continuassero per sempre, pigri giorni tra un caffè, una partita a tennis da guardare, un pranzo veloce, un po' di palestra e tante chiacchiere. che queste sere di parole, vino e pasta fossero un punto fermo nella mia vita. eppure sentendo gli altri scalpitare, immagino anch'io, pondero il domani.

e poi-in un attimo di epifania- mi chiedo: ma sarà mai migliore di così? di ora, che immaginiamo, tutti insieme, futuri più splendenti?

non è che il meglio in fondo sia nell'immaginare i domani, più che viverli?

mercoledì 24 ottobre 2012

parole, parole, parole

certe volte mi sembra davvero che il mio mondo sia fatto solo di parole.

il dizionario dei sinonimi e contrari cesella e rifinisce le prime pagine della tesi
telefonate, whatsapp, skype riempiono le distanze e i silenzi
libri accompagnano il mio tempo
musica riempie le mie orecchie
pensieri frastornano la mia mente

oddio, mi sento invasa dalle parole, sono ovunque: nel dovere, nel piacere, negli impegni, nel tempo libero, scritte, lette, ascoltate, pensate.

vorrei liberarmene per un po', io che le ho sempre vissute come massime alleate, l'unica differenza tra noi e gli animali, il modo di esprimere e di sentire tipico di una società celebrale e comunicativa, ma così evoluta da perdere il contatto con quello che è atavico e vero.

le amo, le parole, ma come un amante ossessivo e simbiotico, a volte mi lasciano il desiderio di pace, finalmente, oltre la loro invasiva presenza.

silenzio, mente vuota, attività fisica primordiale, correre, saltare, o anche solo respirare con lo yoga, concentrarmi su qualcosa che mi astragga dalle parole.

e invece scrivo altre parole, perchè ho disimparato a sentire e comunicare coi gesti e con l'anima.
tacendo alla fine, anche solo per un minuto di silenzio fuori e dentro me.

martedì 16 ottobre 2012

e alla fine del tunnel..

arriva il treno!

pensavo di essere la dritta della situazione con la tesi, 2 giorni e ho già scritto più di 10 pagine.. e mi chiedevo un po' supponente..ma com'è che online ho trovato che si scrivono in media due pagine al giorno?? ma allora io sono wonderwoman.

ma dopo questa prima botta di autostima, mi vengono i dubbi che forse non ho capito tanto bene.. il prof vuole note, ma io copio e incollo citazioni..ahi ahi, vuoi vedere che non ho capito???

e allora scendo dall'olimpo dei tesisti e umilmente chiedo alla fonte..che conferma che la tesi non è un patchwork di parole altrui..ok potevo arrivarci da sola, in effetti è fin troppo facile così..

e adesso da +11 a 0 pagine scritte, il tonfo si sente.

ma come diceva la cara rossella, domani è un altro giorno. e speriamo che vada meglio!

sabato 13 ottobre 2012

tendere le braccia

a volte succedono delle cose che sono così assurde, così commoventi, così folli che per un momento ti chiedi se sei finita in un film, se stai sognando o se sei sveglio, se sei caduto nel paese delle meraviglie.

a volte ti chiedi dov'è il confine tra disperazione e vita, tra amore e follia.
a volte vorresti solo tendere le braccia e dire si.
e allora ringrazi il raziocinio, la legge e le regole perchè ti stanno fermando.
ma quelle braccia che cadono lungo i fianchi bruciano e fanno male.

sento l'energia e l'adrenalina che corrono a mille nelle mie vene. ripercorro parole e azioni tante di quelle volte da confondere realtà e fantasia.
mi chiedo perchè e non trovo risposte. mi chiedo se esistevano scenari diversi, opzioni diverse. mi tranquillizzo dicendo no. ma non sono davvero tranquilla.

mi sembra che la testa mi scoppi a furia di domande senza risposta.

esiste sempre davvero un modo giusto di fare le cose? oppure esistono situazioni dove è impossibile fare le cose in un modo giusto e allora puoi solo provare a non farti troppo male, a non farlo ad altri.

a volte la vita è così intricata che bisogna solo abbandonare l'idea di giusto e sbagliato e vivere.

ma sono anche le volte in cui la disperazione può portare a distruggere tutto, lasciando solo schegge di cristallo che tagliano, fili spezzati, dolore.

guardo occhi disperati e mi sento partecipe e molto distante.
basterebbe allungare le mani per alleviare tanto dolore.
ed è l'unica cosa che non posso fare.
uso parole rassicuranti, dolci, blandisco un dolore, in equilibrio sul baratro cerco di spiare l'abisso altrui per salvare, pregando di non aver  spinto.
alla fine, cinicamente come diceva una mia conoscenza: "stanotte io dormirò lo stesso".
vorrei non fosse così, vorrei non essere quel tipo di persona, ma le belle parole, la saggezza e la razionalità dall'alto del mio piedistallo di occidentale protetta dalle leggi e dal benessere mi rende ipocrita, mi rende falsa.

forse aiuterò una persona. forse. ma non potrò mai scordare che non ho teso le braccia. e che ci saranno molte altre vite, che scorrono parallele alla mia che non tenterò neppure di aiutare.

una goccia in un oceano. e io, che non ho teso le braccia.

venerdì 12 ottobre 2012

something is wrong

se mi sveglio due mattine su due in preda agli incubi.occhi sbarrati e brivido giù per la schiena..
e non so perchè, visto che le mie giornate scorrono placide e veloci.. scrivo, studio, vado in palestra, chiacchiero al bar, organizzo cene..
ma è ovvio che qualcosa mi sfugge se poi la notte mi perdo in labirinti bui e spaventosi, se sogno paure, volti dimenticati, cattiverie passate, paure nuove.

e non so cos'è che agita il mio cuore. e non basta sudare per scacciare via quella sensazione di pericolo imminente, di apocalisse.

caffè, sigaretta, respiro, giro veloce in internet, perchè i gesti quotidiani ricoprano come uno strato di zucchero a velo qesta angoscia senza nome.
indosso una maschera, tra pochi minuti dimenticherò. almeno fino alla prossima notte.

martedì 9 ottobre 2012

in advance. a lot in advance

oggi per la prima volta ho fatto i conti su quanti mesi mancano a partire a una nuova amica e ho capito che ne sentirò la mancanza.


domenica 7 ottobre 2012

smalto scheggiato

tazzina del caffè vuota, libri per la tesi sparsi, bottiglia d'acqua -evian, alla faccia del km zero- smalto scheggiato, sogni confusi, stanchezza, voglia di letto ma anche mal di testa da troppo sonno.

pensieri in loop, sarà l'età? paure e speranze.
nuove amicizie tra un succo di melone e una passeggiata con cane -altrui-
tentativi falliti di concentrarsi sullo studio.
tentativi falliti di iniziare una dieta.
non so più dove ho messo il foulard per il vestito di stasera, che qui è sempre meglio coprire le spalle. e poi devo ritoccare lo smalto.
tentativi falliti di iscrivermi in palestra. ma ce la farò a un certo punto.

tentativi?

poi però anche se ci sono ancora 35 gradi e ho l'aria condizionata accesa mi viene da pensare al natale. e ho voglia di neve.
e sorrido, perchè ieri ero in riva al mare ed era estate, e la neve qui non esiste. e allora dovrò tornare a casa per ritrovarla. ma quest'estate infinita e sospesa mi fa sembrare l'inverno un concetto astratto.
mi sembra di essere caduta in un vacuum temporale. forse qui non invecchierò mai. forse non crescerò mai. o forse semplicemente non me accorgerò. anche perchè di specchi in casa ce ne sono pochi.