gamibu

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martedì 23 aprile 2013

ritornando (d)a casa..

ecco finito, fatto, gata.
laureata, festeggiata, stancata, emozionata.
saluti, abbracci, congratulazioni,baci. chiuse le valigie, sono rientrata (d)a casa.

eccomi qui.. al caldo, con le amiche solite, la palestra che mi aspetta e.
e.
appunto..e cosa?
come sempre dopo che tiro e tiro per dare il massimo, dopo lo sforzo, la concentrazione, due anni di libri, tanti libri, esami, prof più o meno professionali e gentili e incattiviti, dopo il libretto che si riempie, la tesi che si scrive, le parole dette, i colloqui, l'ansia dal mattino presto, la salivazione azzerata, la discussione e la confusione.. dopo tutto questo, il senso di vuoto.

e sento già nostalgia. e ripenso ai libri, di nuovo, alle informazioni che non leggerò, ai mondi che non scoprirò, a quello che avrei voluto e non avrò.
e sento le parole di kirsebaer vere, più vere che mai: il phd è il tuo sogno, non il mio.
e lo dice dolce, perchè lei è dolce.
si, è vero, il phd è il mio sogno.. sogno perchè sognato e non realizzato, sogno perchè ne vedo solo la dimensione onirica e romantica e fantastica..e dimentico sempre la fatica, le sopraffazioni da tollerare, l'ansia della ricerca che non viene come vorresti..

è un sogno e va bene così.
ma tolto il sogno che rimane?
una distesa desertica in cui ancora non vedo piste. forse il riverbero del sole è troppo accecante per vederle.. forse dovrò attendere la penombra della calma, senza fretta, per scorgerle e provare a seguirle.
alllora riconoscerò altri passi su quel cammino, vedrò impronte che forse avrò voglia di emulare. o forse sceglierò volutamente di non seguire alcuna pista, mi comprerò una bussola, imparerò a leggerla e punterò verso quello dei punti cardinali che mi sembra più promettente.. andrò alla ricerca di non so bene cosa e raccoglierò quello che incontrerò lungo la strada.. perchè la vita è così. parti per una meta, ma se sai goderti il viaggio, se sai viverlo, allora magari-spesso-arrivi da tutt'altra parte. e quando arrivi, se mai arrivi, scopri che va bene così.senza rimpianti.
forse.
perchè ora vedo solo il deserto. ed è bello e fa paura.
allora faccio un grande respiro. sto qui ai suoi margini ancora un po'. e poi..poi troverò una pista mia, o la inventerò.
ma per ora se mi cercate, se mi cerco, sono alle porte del deserto.

giovedì 18 aprile 2013

fantasmi

di giorno sembro abbastanza calma, mi ci sento anche. l'unico inidizio è il numero spropositato di sigarette che fumo.
per il resto nulla, una maschera. parlo, sorrido, chiacchiero, leggo, studiacchio.
ma dentro è l'inferno. certo, meglio di nove anni fa. molto meglio. non passo il mio tempo a gemere che vorrei morire piuttosto che affrontare questa prova. nove anni mi hanno cambiata. ho passato giorni peggiori. ansie più grandi, dolori così intensi da annullarmi.
quindi, niente, ovvio è più facile adesso.

però quella tensione alla bocca dello stomaco, che non so se è proprio paura.
e poi questa focalizzazione su un solo obiettivo.
sento il bisogno di stare sola. coi miei pensieri, coi miei fantasmi, che tornano a farmi compagnia la notte..e hanno la forma di persone del passato, che prepotentemente entrano nel mio subconscio..
un po' come in Christmas Carol, i fantasmi del mio passato e del mio futuro, litigano nel mio cervello con violenza.
mi sento in gabbia, mi sembra impossibile essere io, questa qui. senza un cenno di quella pace conquistata con tanta fatica, senza un'ombra della compostezza di un adulto.
mi fa rabbia, ma il prof ha centrato il punto quando-pesantemente sarcastico- mi ha chiesto di non comportarmi da ragazzina, ma da adulto, di pormi su un piano di rispettosa parità.
mi fa rabbia, ma so che ha ragione. che questo è uno dei problemi.
che io non mi sento paritetica. e quindi mi faccio piccola nelle mie paure e nel mio senso di inadeguatezza.

oggi mi manca la psicologa. eppure sento cosa mi direbbe. non ho bisogno del confronto, ma forse del conforto umano. proprio oggi che lo rifuggo con tutte le mie forze. proprio oggi che non so che sarà di me, che non vedo un dopo, ma solo un ora. proprio oggi che vorrei solo star sola e cullarmi, ma si cullarmi, nei fantasmi del passato e non pensare a nulla.

martedì 16 aprile 2013

kick

sin da quando sono piccola, non sono mai stata portata per lo sport. mi è sempre mancata la coordinazione mano-piede-occhio necessaria per sopravvivere negli sport di squadra. non sono mai stata capace di eseguire movimenti "complessi", far fare al mio corpo più di un movimento per volta. crescendo, non mi riconoscevo nel mio corpo. alta si, ma morbida, mai muscolosa. compensavo cercando di dimostrare forza, per la serie, se non posso essere leggiadra e delicata, sarò una valchiria ma resistente.

mai praticando sport, solo in caso di bisogno, facevo cose al di sopra della mia portata, tipo portare le valigie di un'amica su da una fermata della metro. solo per dmostrare che non mi serviva alcun aiuto. patetico, sinceramente.

non ho fatto sport per molti anni. ma nel retro della mia testa mi sono sempre vista in qualche attività faticosa..finchè ho scoperto il kick boxing. non sono portata..con gli anni la mia coordinazione al massimo è peggiorata. ma mi piace, mi sfoga, è un esercizio di forza e concentrazione..forzata concentrazione, forza concentrata.. in un certo senso, avevo ragione ad immaginarmi forte. non perchè lo sia davvero, ma perchè sfiancarmi a furia di addominali, corsa per poi perdermi nelle ripetizioni di pugni e calci fa effettivamente l'effetto che speravo.. mi annullo nella fatica, nel mantere il respiro costante, nel ricordare la posizione corretta per non spaccarmi la mano contro il sacco.

per esempio oggi sono furibonda. mentre rientravo a casa, dopo l'ennesima sigaretta per cercare di calmarmi nei miei occhi scorrevano immagini di esercizi e di fatica e di sudore.

arrivata a casa ho messo la musica alta, infilato la tuta, e pure senza sacco mi sono allenata. addominali, braccia, corda, qualche calcio e pugno -ma questi senza un "obiettivo" mi vengono fiacchi, troppo fiacchi per sfogarmi-

e ora, non è che proprio non ricordi perchè ero arrabbiata però sono più calma. non ho più bisogno di sfogarmi qui.

lunedì 15 aprile 2013

parallel

sarà che soffro della sindrome da "malinconia delle vite non vissute", detta anche parallel, sarà che sono dai miei e questo mi porta sempre indietro nel tempo, sarà che sto per (ri)laurearmi.. sarà, ma oggi ho fatto una chicchierata in cui più che dire, ho pensato cose che non avrei dovuto. ho ricordato momenti passati. non è nostalgia, non direi, ma è partito un parallel e- volente o nolente- quello che ho visto mi è piaciuto. piaciuto abbastanza da scriverlo qui oggi. abbastanza da non sentirmi sicura neppure a scriverlo.
pensavo che il senso di colpa per i parallel fosse passato, ma non so..forse certe letture adolescenziali lasciano più segno di quanto sembri. forse certe persone per noi non cambieranno mai, certi occhi avranno sempre la stessa sfumatura, certe parole gli stessi sottointesi.

sapere che tutto cambia e nulla cambia ha un che di confortante e allo stesso tempo di inquietante.
so che certe persone per me saranno sempre speciali, ma sentirlo, sentirlo così forte, così vero, così netto, mi ha mozzato il respiro per un attimo. un attimo in cui come una meteora, un pensiero ha attraversato la mia testa. poi ho riso per stemperare la tensione. ho riso di me, di quel pensiero, del parallel che è partito in automatico.
e tutto è tornato a posto.
sapere di aver fatto la scelta giusta, sapere di avere a fianco la persona che ho scelto, che scelgo tutti i giorni, non significa non chiedermi mai "e se..". significa solo farmi un film e poi riderci su.
o almeno così la penso io.

però sapere che da qualche parte, in un universo parallelo, quel parallel esisterebbe, beh in fondo, in fondo mi piace.. e forse è questo che mi ha fatto paura..anche se solo per un attimo.

mercoledì 10 aprile 2013

sospesa

a volte mi sembra di vivere in un mondo congelato. qui il tempo scorre in maniera diversa. davvero. tra due giorni ho un volo per l'italia. eppure mi sembra lontanissimo..
qui è tutto così lento, e caldo, e immutabile.
le giornate uguali, le cene fuori, gli amici. sembra che il tempo si dilati e non succeda mai nulla.. eppure tutto cambia, dall'ultimo viaggio in italia sembrano passati mesi e invece solo tre settimane fa ero lì. natale sembra passato da anni.
com'è che il tempo qui scorre in maniera così diversa?
perchè questa sensazione di irrealtà mi pervade..perdo il conto dei giorni, delle settimane.
scivola tutto alla periferia.
mi sembra incredibile che tra 10 giorni starò patendo le pene dell'inferno per l'ansia della discussione. è così lontano.
per calmarmi mi focalizzo sul rientro. la pigrizia delle giornate, i succhi, la palestra, le cene, gli amici.
ma davvero la mia vita è tutta qui?
che farò poi?
che sarà di me? di noi? di questo mondo sospeso sulle rive di questo fiume immobile?
ho voglia di ripartire? ho voglia di lavorare? di studiare ancora?
è vita questa? sembra di si, sembra proprio che sia la mia.
eppure suona così strano anche solo pensarci.
ci penserò poi.

lunedì 1 aprile 2013

fast

la data non c'è ancora anche se accidenti doveva esserci, ma manca poco a giorni uscirà. la tesi è quasi finita, per una perfezionista come me, non esista un "gata"-fatto- mai.

leggo il discorso anche se so che dovrei recitarlo. e leggo troppo in fretta.. il problema della mia vita. il non sapere avere tempi morti, attese, pause. corro, corro troppo, sempre. corro verso il nulla, in realtà.. che sarà di me domani? non ne ho idea. una volta finita la tesi che farò? bella domanda. una volta che dovrò scegliere di nuovo che fare di me.. quando capisci che hai sbagliato strada, come la cambi? il lavoro che ho sempre fatto non è il mio.. non me lo sento sulla pelle. eppure in qualche modo è l'unico che potrei fare qui..

corro, corro per non pensare, corro dritta verso il mio obiettivo fino ad avere il fiatone. non voglio domande ora. solo devo imparare a rallentare un po'.. che già in discussione sarò nervosa.. se corro fin d'ora nessuno mi capirà. che sia una metafora della vita?