gamibu

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domenica 30 ottobre 2011

pensieri lberatori

a volte, ma solo a volte, può succedere che io mi senta libera di dire ad alta voce frasi che pensavo di non saper neppure pensare. in quei momenti mi sento leggera, tutt'a un tratto senza peso.

che poi di solito sono frasi dubbiose, quasi mai certezze ferme. ma la libertà di avere dubbi, di farsi domande, di uscire dagli schemi e dai ruoli è così liberatorio che, non so, viene da sorridere. un sorriso piccolo e quasi pudico, perchè ho detto ad alta voce qualcosa così fuori dai miei schemi da sembrarmi enorme.
così senza dargli troppo peso, nella cucina vuota e piena di luce con un gatto che si strusciava tra le gambe e un caffè in mano ho detto a mezza voce "ma forse io non voglio dei figli"
non so neppure da dove è nato questo pensiero, pensavo a tutt'altro.
eppure ho sentito subito una quiete, un'assenza enorme di senso di colpa, un possibilismo in bilico.
ho detto questo pensiero e non mi ha spaventato.

che io oggi mi sia scoperta una briciola più libera di farmi quelle domande che pensavo impensabili?
ho sentito la leggerezza di farsi domande vere, davvero, senza timore del mio io giudicante, delle aspettative altrui o sociali, delle proiezioni di me stessa nelle aspettative altrui.
che poi la risposta non ci sia è un'altra storia che ora non mi interessa.
il fatto è che, ecco, io sono stata fiera di me, di quella domanda e di quella quiete.

venerdì 28 ottobre 2011

inquieta

ok non si può essere sempre carine e ottimiste.. ogni tanto ci si può anche concedere un po' di sconforto, vero?
ecco oggi c'è un po' di sconforto.. per delle brutte notizie, per il mio amore ferito che fa finta di non esserlo e io non so abbracciarlo abbastanza per lenire dolori che sono difficili da raggiungere.

il mio amore parte domani per lavoro, sta via cinque giorni e per una serie di coincidenze sono sola -ma sola sola- fino al suo ritorno. in questa città non resta nessuno, per via del ponte. avrei potuto organizzarmi e andare via anch'io, avrei potuto in qualche modo andare con lui.
ma non ho voluto. in qualche modo sebbene la solitudine mi spaventi ho deciso di sottopormi a questa prova. esco da un periodo un po' difficile e ho deciso che questo weekend lungo ne sarà l'apice e la fine in un certo modo. che quando lui rientrerà io sarò più forte, che avrò pianto tutte le mie lacrime e sfogato le mie paure e sarò una persona migliore...ok obiettivo alquanto ambizioso per giorni che conto di passare tra piumone, libri, tv e pranzi take away.. forse ho solo bisogno di misurare una volta di più la misura dell'amore con la mancanza..

giovedì 27 ottobre 2011

that's life

torno da est: mani gelate e cuore caldo, ma non è più come prima e lo sento. torno nei posti che erano miei e sono uguali e diversi. rivedo le persone che vedevo e sono uguali e io diversa.
non è il luogo, non sono le persone. sono io. sono andata avanti, oltre.
sono a casa, ora. mi sento un animaletto pronto per il letargo. manca troppo alla vita, sono alla periferia di tutto. posso chiudere gli occhi e dormire fino a primavera. natale è lontanissimo, gli impegni anche, i viaggi da fare pure.
mi riposo, mi ricarico. so che tra poco un terremoto sconvolgerà di nuovo i miei punti cardinali. lo sento muoversi sotteraneo, si prepara lento ma quando esploderà sarà tornado e ciclone. e io sarò nel mezzo. e allora mi ancoro e riempio di scorte il rifugio e di cose che voglio salvare e di ricordi da non perdere. guardo questo cielo azzurro velato, il lago e le colline. non so quanto resterò ancora qui, non so dove punterà la bussola.
aspetto paziente, cerco di continuare la mia vita normale, inutile agitarsi con tanto anticipo, ma non sapere, non avere idea rende tutto un po' strano, un po' falso.
that's life. nel bene e nel male.

mercoledì 19 ottobre 2011

desideri in (ir)realizzazione

che a volte bisogna pensarci davvero bene prima di desiderare qualcosa, perchè poi si rischia di ottenerlo.


e si, io sto rischiando
ma adesso mi sento scaramantica come non sono mai stata.
perciò tappo la bocca per non far evaporare almeno il sogno.
però posso dire che ieri ne ho parlato un sacco e a un certo punto guardando mio marito gli ho detto: anche se non succedesse, ci ha già resi abbastanza felici pensarci.

comunque è una di quelle cose che per succedere ci mettono un sacco di tempo, quasi come i bambini e le estati (9 mesi di attesa per entrambi). qui un po' meno, ma comunque qualche mese.
per ora acqua in bocca anche perchè non ho ancora capito se lo spero o lo temo.
ma lo scoprirò.. che per ora non penso ancora ai pro e cons e ai nodi da sciogliere. penso solo che potrebbe essere anche bello. assurdo e bello.

lascio aperte altre porte ai miei progetti, che se non funzionasse questo non voglio essere totalmente persa.

ma mi sento elettrica al solo pensiero. che la prossima volta che giro il mappamondo devo stare attenta a dove punto il dito..

lunedì 17 ottobre 2011

sometimes you got lost

and sometimes you find your way.

io credo di essere a metà strada, un po' persa e un po' ritrovata.

parole nella mia testa, voci e lingue straniere. spiragli che si aprono su futuri e su passati. gli uni e gli altri distanti. i primi stuzzicanti e spaventosi i secondi definitivamente chiusi.
mi capita oggi in metro, tra una fermata di cui non ricordavo l'esistenza e una che si chiamava casa di rivedere frame degli ultimi 5 anni e di pensare che se non sapessi che è la mia vita non potrei credere di essere cambiata così tanto in così poco tempo, di aver vissuto così tante vite in una, di aver cambiato punto di vista -metaforicamente e fisicamente- così spesso.
e penso a quanta gente persa per strada e penso che quando è necessario so ridurre i bagagli -di tutti i tipi- all'osso. e chi ho ancora accanto è chi ho/mi ha scelto mille volte, ogni mattina.

la cosa che mi piace di più? non sapere che sarà di me domani. faccio progetti che si smontano da soli..ma si smontano con una risata. e non per questo smetterò di farne.10, 100, 1000.
solo, per questo motivo ho capito che vale la pena solo di puntare su ciò che mi piace e non su ciò che devo.
a volte mi sembra di esserne capace, altre no.
d'altronde per ora sono ancora in mezzo..

venerdì 14 ottobre 2011

contagio

ieri camminavo per strada e ho incrociato una ragazza. stava sorridendo tra sè, un sorriso vero, non di circostanza, un sorriso pieno di gioia e aspettativa.
l'ho guardata e ho sorriso. non a lei, ma alla sua gioia.
perchè la gioia può essere contagiosa.

martedì 11 ottobre 2011

quando

quando dentro sono solo matassa e disordine, quando non riesco a scegliere nulla, a concentrarmi per più di 5 minuti su un unico pensiero, quando ho fame e non mi va di mangiare nulla, quando accendo sigarette a raffica e le spengo disgustata dopo un tiro, quando tutto mi innervosisce, quando mi metto a imprecare contro gli automobilisti troppo lenti/veloci, quando mi basta un nulla per sentirmi pronta alle lacrime, quando mi sento persa e sola e abbandonata, quando non voglio fare niente, vedere nessuno.

quando mi succede -e speravo non mi succedesse più- spengo le comunicazioni. accendo la musica, bevo un the o una coca, prendo un libro o guardo un film. mi isolo, mi difendo.
so che ritroverò le forze, ce le avevo qui fino a poco fa, le avrò perse nella borsetta, sempre troppo piena, sempre tutto alla rinfusa.
lo so che le ritroverò, ma ora non le ho. devo solo riposarmi, darmi tempo, rigenerarmi.
non devo pretendere troppo da me. qualcosa -qualcuno- mi ha tolto tutte le difese, mi sento scuoiata, non c'è pelle che protegga i miei nervi e muscoli e vene dal mondo. e senza pelle è tutto un po' più difficile.
ma forse sto solo cambiandola come un serpente e il carnefice è in realtà un liberatore.
lo capirò solo quando mi si sarà riformata la pelle. per ora aspetto.

com'è che questa partenza è molto più di quello che avrebbe dovuto essere?

giovedì 6 ottobre 2011

leaving party

che ieri c'era il leaving party della mia amica lunga che parte martedì destinazione altro capo del mondo. che ho passato metà del pomeriggio ad aiutarla tra casa dei suoi e di suo fratello dove c'era la festa, che casa sua è già impacchettata e pronta alla riconsegna delle chiavi.

che a tutte e due senza volere è uscita la parola "sostituire" e che con serenità- tristezza abbiamo detto che non ci saremmo sostituite. che avremo nuove amiche ma che nessuna delle due cerca un'altra te.
che forse detta così suona un po' bff e quindi bambine di 5 anni o peggio paris hilton, ma che in realtà a noi suonava molto meno melodrammatico e molto più vero.

perchè io non cerco una nuova amica lunga, che lei c'è e ci sarà, al di là dei km e degli oceani. dietro lo schermo di un pc, nelle chat e in skipe. perchè non si può sostituire chi amiamo solo perchè va via, per un giorno o per una vita. che ognuno deve vivere la propria vita, e questo non significa abbandonare, tradire o.
significa solo vivere. e questo io le auguro. pura vida.

che ieri sera in mezzo a tanti amici, conoscenti e sconosciuti, la guardavo muoversi e il suo spessore era per me gioia. non avevo bisogno di avere tutta la sua attenzione, non ero affamata di conferme. quello che dovevamo dirci ce lo siamo dette friggendo cotolette e tagliando focaccia, stando accanto, senza dire niente più che stupidi pettegolezzi e commenti senza senso.

che quando ho salutato il suo ragazzo, l'ho baciato sulle guance come ho fatto con tutti gli altri amici. niente tragedie, niente strascichi. se ci sei stato, ci sarai, se lo vuoi.

che so che con lei non sarò altrettanto brava, ma non fa niente. 10 anni di vita, una persona scelta, davvero. non è che si possa poi trattenere l'emozione enorme che invade.

ma non fa niente, non sarò abbastanza british o cool, ma sarò vera.
che non voglio pensare a quando sarà l'ultimo abbraccio, voglio solo pensare che ce ne sarà un altro.


ieri sera ho visto una mia vita parallela scorrermi accanto. per un attimo ho allungato una mano per afferrarla, 
ma subito prima di toccarla, ho aperto la mano e l'ho lasciata scivolare via. perchè così ho voluto.

lunedì 3 ottobre 2011

foto

ho visto la foto di un mio compagno di liceo in un caffè di san francisco.
ora, io non so nulla di lui. dove vive, che fa, come sta. ho perso i contatti con tutto il liceo.
non eravamo amici allora, e così ci siamo persi. una classe che conviveva forzatamente più che altro.
ho sempre invidiato chi invece aveva una classe unita, di quelle dove trovi gli amici di una vita, ma tant'è.
comunque, quella foto mi fa urlare dentro. mi fa gridare vite che non ho, esperienze non provate, paesi non vissuti.
mi mette addosso un'insoddisfazione, una voglia di correre, fare, scappare.
e non c'entra nulla con l'america, che non sono certo cresciuta col mito americano, anzi.
e che oggi più che mai, l'america non è più la patria di alcun mito.
è il bisogno di vivere, più che altro, che quella foto comunica prorompente.
è che tutti vanno e io resto bloccata qui.
che ho voglia di rimettermi alla prova, di rivivere emozioni.
mi sembra assurdo essere congelata in questo paesino di qualche centinaio di persone, a un'ora dalla città che mi ha vista crescere.
tutt'a un tratto questo mondo soffoca fino all'asfissia.
ho bisogno di spazi, di reinventarmi, di mondi nuovi, di esplorare e esplorarmi.
ma non è a est che voglio andare e forse neppure a ovest e a nord.
è il sud che mi attira. quell'angolo di mondo bistrattato e vituperato. che sia sud ovest o sud est poco importa.
è la terra vergine che voglio, il mondo nuovo, quello non ancora asfittico e disperatamente alla ricerca di un mondo per autoriprodursi.
voglio il mondo che cerca riscatto, che vuole vivere, nonostante noi, che vuole crescere, che crede di potercela fare.
voglio un mondo che abbia ancora speranze.
poi mi fermo, respiro, smetto di gridare e mi dico di stare molto attenta a ciò che desidero, perchè potrei anche ottenerlo.

domenica 2 ottobre 2011

voglia di..

.. un brunch all'aperto, mangiare dolce-salato-dolce, bere the e caffè americano, chiacchierare e godersi quest'estate che non vuole finire
.. un caffè al solito bar, col solito amico, magari accompagnato dai suoi schizzi e da una mini charlotte di mele, domenica mattina, il locale vicino alla chiesa ortodossa, una vietta riparata nel centro città, la luce che arriva di taglio, il vocio della gente che arriva da lontano
.. shopping per negozi, con la mia amica lunga, provando cose che non compreremo e chiacchierando di partenze e ritorni
.. camminare per milano, prendendo strade che sembrano familiari ma non sempre lo sono davvero e cercando di ricordarmi in che direzione andavo e perchè

a volte basta immaginarmi là dove vorrei essere, e tutto diventa impercettibilmente più leggero, più luminoso.
i luoghi hanno un valore solo per le persone che li hanno vissuti?

sabato 1 ottobre 2011

difficile

ci sono giorni in cui tutto è un po' più difficile.
per esempio credere nei domani di sole, condividere gioie con persone che ami, sorridere.
ci sono giorni in cui vorrei solo dormire. chiudere gli occhi, sognare.
sarà la mancanza che pesa, la solitudine che incombe.
sarà che mi sento incompleta come un puzzle di cui ho perso un pezzo.
sarà, ma oggi è tutto un po' più difficile.