gamibu

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domenica 24 febbraio 2013

certe volte

certe volte non ci riesco. non sono abbastanza brava da non arrabbiarmi con la pioggia.
certi giorni tornano le insicurezze e la paura del rifiuto.
e allora mi arrabbio con gli altri, perchè non so o non voglio arrabbiarmi con me.

a volte il far finta che non importi, si sgretola davanti a una parola gentile di chi mi aveva sempre ignorato.

a volte guardo la mia amica e mi chiedo perchè non si senta in colpa delle conseguenze che ha avuto per me scegliere lei.

mi chiedo se non se ne accorge o se non si sente responsabile. so che non vorrebbe sentirsene responsabile, mi chiede mille rassicurazioni sul fatto che non ha mai influenzato un mio giudizio e io non posso dargliele. e lei non vuole credermi. eppure è così.

a volte la pioggia mi fa ancora arrabbiare. ma non so con chi sfogarmi. per fortuna martedì inizio kickboxing.

però sono arrabbiata con lei, davvero. e non mi piace. so che è un problema solo mio.
ma certi giorni davvero la misura è colma, e io non riesco a far finta che non mi importi.

sabato 23 febbraio 2013

certe notti

certe notti rientri alle 4 e ti chiedi perchè sei l'unica che va a dormire sola con un gatto.
ci sono notti in cui in mezzo a una discoteca piena di gente ti senti terribilmente sola.
ci sono notti in cui invidi ogni sguardo di passione e complicità tra le coppie tue amiche che ballano intorno a te.
ci sono notti in cui le birre non scaldano il cuore abbastanza per resistere.
ci sono notti in cui vorresti vivere vite diverse dalla tua.
ci sono notti in cui la tua vita è la migliore, l'unica che potresti immaginare.
ci sono notti in cui la discoteca che chiude alle tre è davvero troppo presto. in cui vorresti essere nel tuo paese per ballare fino a non sentirti più i piedi e poi andare a mangiare un cornetto prima di andare a letto. in cui sai che se fosse così, beh non avresti intorno quelle persone che ormai sono la tua famiglia. quei volti che riconosci. quelle anime con cui comunichi.
è più che amore. è più che tutto. è il tuo branco.
è tutto quello che hai. alle 4 del mattino. in una casa, sola con un gatto. e sai che non sarai mai sola.
mai. sola. mai.
certe notti sono tutto quello che conta.

lunedì 18 febbraio 2013

rabbia

la rabbia è nera. la rabbia è make me bad dei korn sparata in cuffia così forte che non senti neanche i tuoi passi sul tapis roulant. la rabbia pompa nel sangue come adrenalina. la rabbia è una birra gelata e una sigaretta consumata fino a scottare le labbra.

che non è successo nulla di grave. ma che ho dovuto sudare parecchio prima di pensare ad altro. ho dovuto sentire bruciare i muscoli, il respiro perdere regolarità, il cuore pompare forte.

adesso riprendo il mio respiro. farò quanto richiesto. e lo farò bene, nonostante i problemi tecnici, la distanza e la fretta. lo farò. perchè sono una perfezionista.

lo farò, perchè non ha senso arrabbiarsi se piove. e io mi arrabbio fin troppo spesso solo perchè piove.

maledette manie di onnipotenza. di controllo.

lascio fluire, la musica, il sudore, portano via tutto.
mi butto sotto la doccia, lascio scorrere l'acqua calda fino a consumarla tutta. lascio scivolare via sudore sporco e rabbia. ai miei piedi, acqua sporca di smog e deserto. ai miei piedi tutta la mia rabbia.
eppure me ne resta ancora un po'. se no, non avrei bisogno di alzare così tanto il volume fino a non sentire altro.

mercoledì 13 febbraio 2013

running

non ho mai amato lo sport. da bambina lo facevo perchè si doveva, da adolescente perchè non riconoscevo il mio corpo cambiato così tanto dal palo alto e stretto delle medie, a un'immagine piena di curve strane e incomprensibili.

poi alla fine del liceo ho mollato..non avevo tempo. e per 10 anni ho appeso le scarpette al chiodo. amavo ripetere che il mio unico sport era lo zapping. mi vedevo celebrale, non fisica. continuavo a non riconoscermi in quel corpo e preferivo affamarvi che muovere un passo. forse perchè lo sport avrebbe significato che accettavo quel corpo come mio, ci facevo i conti, provavo a modellarlo non come un estraneo di cui negavo le necessità basilari, ma come un compagno che andava rispettato.

da quando sono qui, un'amica impallinata mi ha convinto ad entrare in una palestra. ho inizato a seguire i corsi. e pian piano qualcosa è cambiato. certo io sono ancora la solita testarda che vuole spingersi oltre i suoi limiti, e non ama guardarsi allo specchio. ma in pochi mesi, le gambe slanciano più in alto, il fiato tiene, non divento rossa dopo due minuti, sopporto la fatica.
e poi ho scoperto la corsa.. corro per poco tempo, ho appena iniziato. ma mettere l'i-pod, accendere il tapis roulant, decidere la velocità, aumentarla in corso d'opera. quando corro mi estraneo. il mondo sparisce, resta solo il battito del mio cuore, il rumore dei miei passi, il respiro regolare.

quando corro mi lascio dietro i problemi, le frustrazioni, la stanchezza.

mi piacerebbe correre all'aperto, ma l'allergia me lo sconsiglia, e poi lo smog che c'è qui è terribile.

ma nella corsa ho ritrovato i miei dodici anni, quando ero la più forte al test di cooper, quando ero alta e stretta, e volevo essere un maschio e correvo con loro. loro che stupiti e scocciati da quel palo che li seguiva non potevano d'altronde non ammirare quella ragazzina così brutta e sgraziata per la sua perseveranza.

oggi ritrovo quella perseveranza. e mi piace. anche se i polpacci fanno male e non ho guadagnato granchè in grazia, quando corro, di nuovo, come allora, il corpo è un mezzo e non un nemico. e mi sorrido allo specchio quando supero l'ennesimo paletto che mi sono messa da sola.

lunedì 4 febbraio 2013

stand-by

mi sono svegliata con malinconia di casa. di luoghi e di persone. bisogno di comunicazione.
mi sono svegliata con un vago senso di angoscia di fronte alla giornata vuota che mi si estendeva davanti, all'idea di dover inventare qulacosa per riempirla.

aspetto risposte per la tesi, ma per la prima volta da mesi, provo il senso del nulla da fare, mi si apre uno spiraglio sul vuoto e non-senso che i miei giorni avranno dopo.

e mi sale la voglia di trovare qlc.. e l'ansia di non trovare nulla.
che questo paese è ostile da questo punto di vista -beh da molti, in effetti- e io non è che spicchi per le qualificazioni e la professionalità versatile.
e mi chiedo che ne sarà di me. e ho un po' paura che per ansia di fare, io faccia qualcosa che non mi interessa per nulla.
d'altronde l'idea di tirar sera mi devasta..non si possono, non si devono buttare via le giornate..è un delitto..

poi forse invece è solo il bisogno di capire e capirmi.
c'è che sono confusa. c'è che come mio solito vorrei-non vorrei.
c'è che devo solo ascoltarmi..