gamibu

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sabato 13 ottobre 2012

tendere le braccia

a volte succedono delle cose che sono così assurde, così commoventi, così folli che per un momento ti chiedi se sei finita in un film, se stai sognando o se sei sveglio, se sei caduto nel paese delle meraviglie.

a volte ti chiedi dov'è il confine tra disperazione e vita, tra amore e follia.
a volte vorresti solo tendere le braccia e dire si.
e allora ringrazi il raziocinio, la legge e le regole perchè ti stanno fermando.
ma quelle braccia che cadono lungo i fianchi bruciano e fanno male.

sento l'energia e l'adrenalina che corrono a mille nelle mie vene. ripercorro parole e azioni tante di quelle volte da confondere realtà e fantasia.
mi chiedo perchè e non trovo risposte. mi chiedo se esistevano scenari diversi, opzioni diverse. mi tranquillizzo dicendo no. ma non sono davvero tranquilla.

mi sembra che la testa mi scoppi a furia di domande senza risposta.

esiste sempre davvero un modo giusto di fare le cose? oppure esistono situazioni dove è impossibile fare le cose in un modo giusto e allora puoi solo provare a non farti troppo male, a non farlo ad altri.

a volte la vita è così intricata che bisogna solo abbandonare l'idea di giusto e sbagliato e vivere.

ma sono anche le volte in cui la disperazione può portare a distruggere tutto, lasciando solo schegge di cristallo che tagliano, fili spezzati, dolore.

guardo occhi disperati e mi sento partecipe e molto distante.
basterebbe allungare le mani per alleviare tanto dolore.
ed è l'unica cosa che non posso fare.
uso parole rassicuranti, dolci, blandisco un dolore, in equilibrio sul baratro cerco di spiare l'abisso altrui per salvare, pregando di non aver  spinto.
alla fine, cinicamente come diceva una mia conoscenza: "stanotte io dormirò lo stesso".
vorrei non fosse così, vorrei non essere quel tipo di persona, ma le belle parole, la saggezza e la razionalità dall'alto del mio piedistallo di occidentale protetta dalle leggi e dal benessere mi rende ipocrita, mi rende falsa.

forse aiuterò una persona. forse. ma non potrò mai scordare che non ho teso le braccia. e che ci saranno molte altre vite, che scorrono parallele alla mia che non tenterò neppure di aiutare.

una goccia in un oceano. e io, che non ho teso le braccia.

2 commenti:

  1. Bellissima riflessione.... Sarebbe bello poter aiutare tutti...

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  2. già solo che bisogna anche ammettere i propri limiti e cercare di aiutare almeno qualcuno. se no il rischio è farsi scoraggiare dalla vastità dell'impegno e non fare nulla..=)

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