ci sono attese che sono riti, dipanando e estendono il momento infinitamente, vivendolo molteplici volte in diverse varianti nella mente, il momento si dilata e si sfilaccia, perde contorni e alla fine non sai più dergli un tempo, che il tempo dell'attesa era già il momento e il momento è solo un prolungamento dell'attesa.
ci sono attese che sono più intense del momento, salgono in un climax che non si scioglie nel momento preciso. a volte un po' prima a volte un po' dopo.
ci sono attese che sono nervi a fior di pelle, buco nello stomaco, tensione che aggroviglia, sangue che scorre, luce che esplode. ci sono attese che valgono più del momento.
la prima attesa è la migliore, quando non puoi immaginare quel che sarà, puoi solo sperare, quando hai solo qualche carta da giocare e nulla più, non hai il controllo della situazione, cadi come alice nella tana del bianconiglio. non è proprio paura, è stupore.
quelle attese mi mancano sulla pelle, sono attese iperattive che non sento più.
le attese cambiano, alcune sfibrano, attese di persone che ami ma che sono lontane, giorni che cadono come gocce cinesi sul tuo cuore, scavando solchi che non potrai più riempire.
quelle attese non mi mancano quasi per nulla, se non per l'intensità bruciante della loro fine, quando ricongiungi due pezzi di un meccanismo elettrico e l'energia divampa.
ci sono attese che conosco a memoria, che vivo spesso, attese di giudizi, di mettere la parola fine anche a questo capitolo. sono attese che volente o nolente devo vivere, ma non le amo.
ci sono attese che sanno di buono, altre che nauseano come frutti troppo maturi.
arriva il sole e io ho voglia di un'elettricità che mi sento scorrere dentro ma non ha vie d'uscita.. vorrei essere un buon conduttore, non una messa a terra.
e invece sono qui, ferma ad attendere..attendere che passi questa attesa, attendere che l'energia si scarichi..e provo malinconia per attese diverse, per attese vive e non passive.
carico l'attesa di aspettative che forse non potrà soddisfare. vorrei anche solo per un'ora tornare al giorno in cui attendevo la notte per attendere un nuovo giorno insieme.
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