gamibu

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lunedì 23 aprile 2012

di anna karenina o delle "tragedie" familiari

Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo.
Anna Karenina - Lev Tostoj

non so se la mia sia una famiglia definibile infelice. io direi più che altro che ogni famiglia ha le sue psicosi, i suoi modelli incancreniti, i suoi ruoli stantii e immodificabili, le sue certezze granitiche difficili da smussare, la sua serie di delusioni reciproche, speranze frustrate, sogni infranti, allenaze rotte, rispecchiamenti imprecipi e insoddisfacenti.

quanto meno le ha la mia. quella di origine intendo, che quella mia e del mio amore è troppo fresca per subire queste pressioni. ma quella d'origine è un disastro, n guazzabuglio ingestibile.
i genitori sarnno sempre genitori e i figli figli.
a volte mi chiedo: ma è vero? è così inevitabile?
e io devo sempre difendere e sgridare mia sorella in un'altalena infinita di spinte e trattenute per evitare che cada? ma non è una bambina.. davvero non lo è?

e io? cosa sono io? posso essere adulta? posso essere trattata (e quindi considerata e ritenuta) adulta, quando ancora mi capita di dormire nel mio letto di bambina e di chiedere aiuto...

chiedere aiuto a un genitore, elimina automaticamente ogni possibilità di essere trattata da adulta? mi riporta all'infanzia, colludendo con il desiderio dei miei che io non cresca e col fastidio dei miei perchè non cresco.

esiste la possibilità di uscire dal circolo vizioso di aspettativa-delusione-tentativo di riparazione-aspettativa?
o da quello di  desideri contrastanti e ossimorici che sembrano pervadere ogni membro della mia famiglia rispetto agli altri? io che vorrei genitori presenti ma non invadenti. loro figlie indipendenti ma sempre accanto, bisognose di loro.

esiste un modo per essere genitori-figli senza soffocarsi, deludersi, incastrarsi?

lo dico guardandoci da fuori, pensando che anna karenina alla fine ci fa un baffo..che le sue scenate rispettoa  quelle di mia sorella sono dilettantesche..
lo dico con sgurado stupito, ironico e piuttosto distante. ma forse non è equilibrio questo. è solo che l'occhio del ciclone è mia sorella e non io.

i miei ieri sera mi hanno detto che ci avrebbero amato anche se fossimo state più banali e normali. io ho risposto loro chhe lo avrebbero fatto anche se fossimo state più sciroccate.
ma forse siamo il limite massimo che oggi possono pensare di tollerare di non-corrispondenza all'immagine che avevano in mente saremmo diventate.

forse si sottovalutano. forse in fondo, per quanto mi spiaccia non essere la figlia ideale, penso che in fondo sono loro che si erano illusi che potessi esserlo, perciò la loro disillusione ha poco a che fare con me.

sarebbe solo bello ogni tanto vederli sereni, nonostante quello che siamo.
perchè io credo fermamente che la chiave dell'amore sia questa.

amare, nonostante tutto.

2 commenti:

  1. Amore non è bisogno, amore non è ricompensa, amore è libero, senza se e senza ma.
    Tu sei splendida e non devi ricompensare nessuno.

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