gamibu

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martedì 10 aprile 2012

sola

viviamo come sogniamo, soli.
joseph conrad

in macchina, ascoltando la radio, tutt'a un tratto sento crollare la diga. è come il trucco che si scioglie, un bicchiere che cade a terra e si distrugge, una piccola implosione, la facciata di un palazzo che crolla piano, in slow motion, pezzi che cadono come pioggia.

siamo soli. ognuno di noi lo è. è uno strano pensiero che non mi da ansia, ma forza. smettere di affannarmi a essere qualcuno in funzione di qualcun'altro rende tutto un po' più facile.
eppure questa consapevolezza rafforza i legami. siamo soli, anime sciolte, o salve, come diceva de' andre'.
ma siamo anche animali sociali, intessiamo rapporti e relazioni. basta capire che non abbiamo possibilità di possesso su nulla e su nessuno.  abbiamo bisogno di compagni di strada, per vivere. ma questo non diminuisce la nostra solitudine.
ci sono universi - i nostri- che non si possono esplorare insieme. in cui gli altri - nessuno, ne madre, ne compagno, ne amico, ne anima gemella - potranno penetrare.

la solitudine non è un male. è un dato di fatto. ci penso al bar, dove bevo un caffè per riparare alla macchinetta che ho rotto ieri. niente caffè per almeno 3 giorni. un incubo. lo penso mentre la caffeina penetra. la sento come scorrere nelle vene. ridà lucidità ai pensieri, rimette tutto al posto giusto.
5 minuti di solitudine in cui posso lasciare la facciata crollare e poi di nuovo tutto a posto. col mio to do e tutto il resto.

sono sola, eppure non mi sento sola. sono grata per chi mi accompagna nel mio cammino. accetto solo il fatto che non siano mia proprietà. non c'è contratto, parola, sguardo, comprensione, che possa legarli indissolubilmente e infinitamente a me. è lavoro giornaliero tenermeli vicini. dare e avere.
ma alla fine, in fondo a tutto, sono sola. e forse va bene così.

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