gamibu

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lunedì 19 settembre 2011

malinconie anticipate

io odio i count down, mi danno quella terribile sensazione di impotenza e di scadenza irreparabile. tutto ciò che puoi fare è compresso in pochi giorni, che inesorabilmente diventano ore e poi svaniscono, si sfilacciano, si bruciano. e vorrei urlare, correre, fermare il tempo, chiederne solo un altro po', qualche giorno ancora, per favore, un altro caffè, un altro abbraccio, un altro giro di shopping, un'altra confidenza.. per favore.

ma questo è atteggiamento da panico, è la mia volontà di controllo mentre devo cercare di pensare a chi questo count down lo vive con emozione, e aspettativa e paura mista a adrenalina.
non devo essere egoista, chi parte ha molte persone da salutare, non solo me. chi parte ha cose da fare, progetti da incastrare, valige da finire, amori da vivere finchè sono qui.

e allora penso a kirsebaer che arriva a cambridge e la prima mezz'ora è occupata a capire come si arriva dalla sua stanza alla mensa e dalla mensa alle aule e da lì al supermercato e poi di nuovo il giro inverso. e che cambia la sua lingua e il suo modo di pensare per adattarsi alla sua nuova casa. e se la immagino così, magari con un maglioncino rosso e il suo inseparabile eastpack, mi fa meno male vederla andare via, perchè nella mia immaginazione sta sorridendo.

e allora penso alla mia amica lunga, e la immagino per mano al suo amore, che scende dall'aereo in un aereoporto di un paese che non ho mai visto, dove ora è estate invece che un freddo autunno, e la vedo entrare nella sua nuova casa che non conosco e riordinare i suoi vestiti sempre incasinati e installare skype perchè il suo mondo è dall'altra parte del mondo e per lei natale sarà in spiaggia e ferragosto sotto la neve. e allora riesco pure a sorridere di quella mancanza perchè so che nel giro di poche settimane la sua nuova città sarà nelle sue parole il centro del mondo, di una vita sociale intensa e divertente, perchè lei è così, si fa amici pure nel deserto.

e allora è più facile, ma in parte sono palliativi perchè -accidenti- è vero che la misura dell'amore è la mancanza. e io sto già sentendola ora, e ho già gli occhi umidi. e quando sono partita io, e doveva essere un tempo lungo, mi sembrava più difficile e più facile. aveva ragione la mia amica che diceva che era più facile per me che partivo che per loro che rimanevano. perchè se rimani la tua vita scorre uguale solo che manca un pezzo. se parti nulla è più uguale e i pezzi che mancano li senti meno quando rimescoli tutte le carte, o almeno non hai troppo tempo per sentirli.

stupida giornata fredda che porti malinconie anticipate.

2 commenti:

  1. il maglioncino rosso che mi immagini addosso è quello che mi hai regalato tu? =)
    Non so come sarà partire, so com'è stato, so com'è la prima mezz'ora, le prime 36 ore, i giorni tristi che sembrano interminabili e la splendida sensazione di quando invece ti senti a casa anche se sei lontana.
    La vita scorre diversa per chi parte, ma -accidenti- i nostri caffè per Milano, chi me li da? La sicurezza che torneranno chi me la da?
    Le paure di chi parte è la noia di chi resta. Eppure penso, a fasi alterne: ho paura - ho voglia, ho paura - ho voglia, ho paura - ho voglia e non penso che qusto sia il mio penultimo lunedì a casa...

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  2. anima, non volevo sminuire quello che puoi provaretu, solo esprimere quello che provo io.. lo so che non è facile andar via, che le prime 36 ore sono difficili e volte anche altre ore lo saranno..ma la sicurezza che i nostri caffè a milano torneranno ce la diamo noi.. il fatto che tu parta, che tu sia lontana non cambia quello che siamo, e quel che saremo dipende da noi..

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