..brucia un fuoco che non so spegnere.
mi sento al limite, ogni fibra del mio corpo vuole correre via, vuole scappare, liberare energia compressa troppo a lungo. sono stanca, stufa stufissima. voglia di essere altrove, lontanissima, voglia di poter dire che tengo tra le mani la mia vita. e so che è così, ma gli occhi non riescono a guardare le mani. è come se avessi corpo e cervello scollegati, gli impulsi neurotrasmettitori non precepiscono la sensazione delle mani piene, nè l'ordine agli occhi di guardarle, quelle mani e vedere che la mia vita è lì.
e allora mi sento sopraffatta, devo fermarmi, respirare per bene, costringermi a reagire, a non farmi incastrare, di nuovo, nuovamente negli schemi mille volte provati, mille volte conosciuti, nel malessere di fondo che mi mi assale, e sale alla gola, e mi fa mancare il respiro e mi fa venire voglia dell'ennesima sigaretta.
devo respirare, ritrovare il senso, scartare e tagliare fette di ansia che non hanno ragione d'essere. sbucciarmi come una cipolla, spogliarmi di una pelle che non è mia, di dolori che non sono miei, impazienze insensate.
faccio quello che voglio, lo so, e mi piace. ma affrontarlo concretamente, litigare con la memoria distratta, costringere la mente a reimparare altre forme di immagini che non passino solo dagli occhi è maledettamente difficile. e allora a volte mi sento così, schiacciata dal peso del dover fare, dimenticando la gioia del poter fare.
e poi i dolori altrui continuano a ferirmi. il senso di responsabilità e impotenza mi annienta.. egoisticamente vorrei stesse bene per non dovermi occupare di lei. per potermi occupare di me.
cerco una via d'uscita, scrivo, razionalizzo, ma il magma dentro me continua a ribollire senza tregua.
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