rileggendo i miei post mi sono accorta di aver sostenuto una lunga battaglia per non schierarmi in una lotta sotterranea tra due persone. e mi sono resa conto che senza pensarci troppo mi sono schierata.
così, solo una costatazione. non sono più arrabbiata con chi sentivo mi ha portata a schierarmi.
pensando al futuro mi sono resa conto che tra pochi mesi avrò finito ciò che riempie le mie giornate. e questo pensiero mi ha un po' annichilita. mi sono sorpresa di non avere nessuna idea di cosa fare dopo e di più. nemmeno la voglia di pensarci o pormi il problema.
rimando, inerte a tempi migliori.
vivendo questi giorni di passaggio ho capito che non sono pronta a riprendere i ritmi normali, se quaggiù esiste una qualche forma di normalità. mi sento ancora in vacanza. ho perso il conto dei giorni e delle settimane e mi sembra assurdo ricominciare il solito ritmo.
ieri sera ero in un locale che mi ha fatto sentire a casa e mi ha dato una speranza per questo paese. ma era solo un locale, solo buona musica e ragazzi normali che ballavano e bevevano.
mi sento come la mia tesi: pezzi di cut&paste senza legami tra loro, una lunga serie di pagine di cui non ricordo molto se non al sensazione che manchino di linearità, un percorso che si perde in mille bivi senza una meta. ecco come sono io e com'è la mia tesi. ho iniziato a scrivere senza sapere la fine, quindi senza essere forse in grado di mettere una parola fine; senza un filo logico rintracciabile. ma forse è solo una sensazione dovuta al work in progress. o forse alla soggettività. magari è necessario qualcuno di esterno che la rilegga-mi rilegga- per trovarvi un senso. eppure in fondo mi sembra una truffa, una semplice interpretazione per giustificare tanto uso di pagine e di vita.
così, solo una costatazione. non sono più arrabbiata con chi sentivo mi ha portata a schierarmi.
pensando al futuro mi sono resa conto che tra pochi mesi avrò finito ciò che riempie le mie giornate. e questo pensiero mi ha un po' annichilita. mi sono sorpresa di non avere nessuna idea di cosa fare dopo e di più. nemmeno la voglia di pensarci o pormi il problema.
rimando, inerte a tempi migliori.
vivendo questi giorni di passaggio ho capito che non sono pronta a riprendere i ritmi normali, se quaggiù esiste una qualche forma di normalità. mi sento ancora in vacanza. ho perso il conto dei giorni e delle settimane e mi sembra assurdo ricominciare il solito ritmo.
ieri sera ero in un locale che mi ha fatto sentire a casa e mi ha dato una speranza per questo paese. ma era solo un locale, solo buona musica e ragazzi normali che ballavano e bevevano.
mi sento come la mia tesi: pezzi di cut&paste senza legami tra loro, una lunga serie di pagine di cui non ricordo molto se non al sensazione che manchino di linearità, un percorso che si perde in mille bivi senza una meta. ecco come sono io e com'è la mia tesi. ho iniziato a scrivere senza sapere la fine, quindi senza essere forse in grado di mettere una parola fine; senza un filo logico rintracciabile. ma forse è solo una sensazione dovuta al work in progress. o forse alla soggettività. magari è necessario qualcuno di esterno che la rilegga-mi rilegga- per trovarvi un senso. eppure in fondo mi sembra una truffa, una semplice interpretazione per giustificare tanto uso di pagine e di vita.
Anima, non sappiamo mai la fine, che sia la tesi o che sia la vita, non è forse questo che rende interessante il viaggio? A differenza di una tesi però, noi non dobbiamo avere una ragione per esistere, noi esistiamo e non dobbiamo neppure avere tutta la coerenza richiesta ad una tesi di laurea. Possiamo essere frammenti, schegge di dubbi e perplessità, pezzetti e sassolini di felicità raccolti lungo la passeggiata.
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