qui la comunità expat è relativamente piccola, soprattutto quella italiana. ci si conosce quasi tutti, come in un paese, si frequentano gli stessi posti e le stesse feste.
poi ognuno si crea un suo gruppo, ma è difficile evitare di incontrarsi più o meno regolarmente anche con quelli che si prediligono meno.
e come in un paese, nella migliore tradizione italiana, ci sono pettegolezzi, antipatie, rivalità, liti e discussioni, prese di posizione più o meno velate.
mi sono trovata già in uno di questi scontri e avrei voluto restarne fuori. avrei voluto potermi fare da sola un'idea ma non è stato possibile.
ora invece mi ritrovo ad essere io il pomo della discordia. c'è una ragazza che mi ha in fortissima antipatia. all'inizio era un sospetto, anzi forse addirittura potrei dire che all'inizio era reciproco. la trovavo fredda e poco comunicativa. ma adesso è una palese e addirittura sfrontata antipatia, che non si preoccupa neppure più di tanto di nascondere, almeno per il quieto vivere e per non mettere in imbarazzo amici comuni. io l'ho invitata in ogni occasione che non fosse strettamente di gruppo, lei invece ostentatamente non l'ha fatto. la prima volta ho potuto imputarlo al fatto sia che la sua festa veniva prima della mia -e quindi poteva non ritenere che fossimo abbastanza in confidenza- sia al fatto che ci conoscevamo da poco. ma quando ieri sera ha dato un'altra festa e non mi ha invitato, anche le più miti e diplomatiche tra le mie amicizie hanno dovuto ammettere che le sto antipatica. una di loro ha accennato al fatto che appena mi si conoscesce posso apparire snob e fredda e quindi è solo colpa di un fraintendimento.
ora, una parte di me, sebbene motificata, accetta il fatto di non piacere a tutti e vorrebbe solo lasciar correre. ma so anche che un motivo profondo per il voler lasciar correre è sicuramente il malessere che mi da l'idea di un confronto. d'altra parte, so che questa situazione mette in imbarazzo diversi amici.
e poi mi scoccia che per un'incomprensione si debbano creare tensioni.
stannotte l'ho sognata. ho sognato che mi abbracciava con l'affetto di un'amica e mi sorrideva. e ho visto come potrebbe essere bello il suo volto se non fosse sempre così teso e corrucciato quando mi incontra.
eppure mi chiedo due cose. la prima riguarda me: sono davvero snob? può la mia tendenza iniziale a stare un passo indietro per non scoprirmi troppo passare per snobismo e freddezza? io sono così?
la seconda è: ma non sarà egocentrico pensare di essere proprio io il pomo della discordia, o avere l'arroganza di pensare che se anche umilmente cercassi una riconciliazione lei sarebbe disposta a rivalutarmi? insomma, chi sono io per pretendere di piacere a tutti?
sono davvero confusa. e scocciata anche. mi sento alle elementari. è davvero necessario mostrare antipatia così apertamente. non basterebbero un po' di sane buone maniere per non imbarazzare nessuno e evitare queste guerre tra bambini?
poi ognuno si crea un suo gruppo, ma è difficile evitare di incontrarsi più o meno regolarmente anche con quelli che si prediligono meno.
e come in un paese, nella migliore tradizione italiana, ci sono pettegolezzi, antipatie, rivalità, liti e discussioni, prese di posizione più o meno velate.
mi sono trovata già in uno di questi scontri e avrei voluto restarne fuori. avrei voluto potermi fare da sola un'idea ma non è stato possibile.
ora invece mi ritrovo ad essere io il pomo della discordia. c'è una ragazza che mi ha in fortissima antipatia. all'inizio era un sospetto, anzi forse addirittura potrei dire che all'inizio era reciproco. la trovavo fredda e poco comunicativa. ma adesso è una palese e addirittura sfrontata antipatia, che non si preoccupa neppure più di tanto di nascondere, almeno per il quieto vivere e per non mettere in imbarazzo amici comuni. io l'ho invitata in ogni occasione che non fosse strettamente di gruppo, lei invece ostentatamente non l'ha fatto. la prima volta ho potuto imputarlo al fatto sia che la sua festa veniva prima della mia -e quindi poteva non ritenere che fossimo abbastanza in confidenza- sia al fatto che ci conoscevamo da poco. ma quando ieri sera ha dato un'altra festa e non mi ha invitato, anche le più miti e diplomatiche tra le mie amicizie hanno dovuto ammettere che le sto antipatica. una di loro ha accennato al fatto che appena mi si conoscesce posso apparire snob e fredda e quindi è solo colpa di un fraintendimento.
ora, una parte di me, sebbene motificata, accetta il fatto di non piacere a tutti e vorrebbe solo lasciar correre. ma so anche che un motivo profondo per il voler lasciar correre è sicuramente il malessere che mi da l'idea di un confronto. d'altra parte, so che questa situazione mette in imbarazzo diversi amici.
e poi mi scoccia che per un'incomprensione si debbano creare tensioni.
stannotte l'ho sognata. ho sognato che mi abbracciava con l'affetto di un'amica e mi sorrideva. e ho visto come potrebbe essere bello il suo volto se non fosse sempre così teso e corrucciato quando mi incontra.
eppure mi chiedo due cose. la prima riguarda me: sono davvero snob? può la mia tendenza iniziale a stare un passo indietro per non scoprirmi troppo passare per snobismo e freddezza? io sono così?
la seconda è: ma non sarà egocentrico pensare di essere proprio io il pomo della discordia, o avere l'arroganza di pensare che se anche umilmente cercassi una riconciliazione lei sarebbe disposta a rivalutarmi? insomma, chi sono io per pretendere di piacere a tutti?
sono davvero confusa. e scocciata anche. mi sento alle elementari. è davvero necessario mostrare antipatia così apertamente. non basterebbero un po' di sane buone maniere per non imbarazzare nessuno e evitare queste guerre tra bambini?
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