gamibu

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lunedì 21 novembre 2011

delle famiglie e di altre stranezze

io e mio marito: due universi paralleli che neppure a sforzarsi si potrebbe immaginarli insieme.
veniamo da due famiglie opposte.
la mia. la definizione più gentile mai datale -da mio marito- è morbosa.
da noi non esiste privacy, non ci sono chiavi alle porte, si parla di tutto, o meglio, si deve parlare di tutto. si chiama la mamma almeno una volta al giorno, la si vede una alla settimana (tutte le generazioni, di generazione in generazione stesso discorso). e lei ovviamente si lamenta che non ci sei mai.
loro, la mia famiglia intendo, vivono tutti nel paese dove sono nati, al max quello accanto..
una famiglia in cui devi ricordare i compleanni di nonni, zii, cugini (di 1°,2° e a volte 3° grado) e prozii; dove qualsiasi festività -natale-pasqua-compleanni-battesimi-lauree-matrimoni-funerali-parti (eh si anche i parti)- è comunitaria. dove le scelte sono comunitarie: non puoi pensare di andare a vivere all'estero, sposarti, non fare o fare figli, scegliere l'università, accettare un lavoro, senza che tutti abbiano un consiglio, un ammonimento, un'informazione, un parere da darti. e guai a te se non li prendi in considerazione.
non puoi vivere la tua vita fuori da questo suq di voci e opinioni che si alternano, sovrastano e pretendono ascolto, spazio, da questa lotta infinita a chi assomigli di più, chi ti ha dato più gene, chi ti ha condizionato di più: dalla nonna che ti da i soldi per cambiare i dr martin con delle belle polacchine perchè "con tutto quello che abbiamo (?!) speso in scarpe ortopediche per raddrizzarti i piedi, ora te li stai rovinando", al "ora che ti abbiamo (again un pluralia maiestatis dei miei genitori, immagino) fatto studiare, non buttarti via per quel lavoro, minimo ti devo dare ...mila euro (cifra con tanti di quegli zeri che solo un'avola che conta ancora in lire può dirti)....
la cosa buona? non sei mai solo. la cosa negativa? non sei mai solo.

la famiglia di mio marito. nessuno sa i compleanni di nessuno- nemmeno di padri/figli; ci si vede quando ci si vede; ci si telefona quando capita. a volte, ma non tutti gli anni, ci si vede a natale. per il resto non esistono festività che richiedano la presenza dei familiari. ho dovuto insistere tantissimo per convincere mio marito che una lista di invitati al matrimonio con 34 miei parenti e 3 suoi era un tantinello sbilanciata.
ognuno fa la sua vita, nessuno sa cosa è meglio per te, nessuno ti prevarica che tu abbia 3 o 80 anni, nessuno giudica, tutti rispettano opinioni, libero arbitrio, scelte degli altri. se fai una scelta la comunichi, non apri un G20 qualche mese prima per inizare le trattative di resa purchè accettino la tua scelta. nella mia famiglia se sgarri, sei fuori (tranne poi riammetterti per somma bontà degli avi tra lacrime e scuse degne di maria de filippi), nella famiglai di mio marito non esiste un dentro e fuori, qualsiasi cosa fai ne sei responsabile e nessuno ti biasima.
parlando con mio suocero gli raccontavo una proposta di lavoro in un posto molto lontano. lui mi chiede che ne penso. gli dico, appunto, che è molto lontano. e lui mi risponde "lontano da cosa? dipende da dove guardi"..a casa mia una frase così neppure se piovessero fragole..
la cosa buona? sei solo nelle tue scelte. la cosa negativa? sei solo nelle tue scelte.

eppure, io quando li guardo ho la sensazione di amore, di rispetto, di cure e attenzioni discrete, non rumorose. non alzano mai il tono di voce, al massimo lo abbassano. tacciono e ascoltano, lasciano parlare anche i bambini. ogni settimana da 52 anni mio suocero porta a casa a mia suocera un mazzo di rose. ecco, io una cosa così, fatta con una leggerezza che non so descrivere, a casa mia non l'ho mai vista.

quando è morto mio nonno, mia nonna si agitava, litigava con le infermiere, lo voleva a casa, poi non lo voleva più, poi lo rivoleva, e poi stava male a vederlo in ospedale e allora andava poco a trovarlo, però voleva che i figli e le nuore si prendessero permessi dal lavoro per andarci ogni giorno. mio nonno- che non era una persona buona e sinceramente non era molto amato, era molto temuto- è morto solo, in ospedale. mia nonna ha pianto disperata per qualche giorno poi ha detto che era meglio così, che non vederlo soffrire ancora (in effetti il nonno stava piuttosto male).

ieri è morta mia suocera, dopo un mese di ospedale. mio suocero ha passato tutti i giorni di questo mese, tutto il giorno in ospedale. le portava ogni giorno un dolcetto, un regalino. è uscito solo ieri sera per mangiare dalla cognata. ma io e mio marito eravamo lì, perchè sapevamo che si era aggravata, ed è morta con la mano nella mano di suo figlio. non è morta sola. mio suocero ci ha raggiunti, e ha pianto, solo accanto a sua moglie, composto e silenzioso.

ecco io non so, non me lo spiego, e forse non voglio neppure giudicare quale famiglia sia meglio. ma alla fine, il suq a cosa serve se moriamo soli? cioè, voglio dire..non era meglio insegnarci a camminare con le nostre gambe, lasciarci fare i nostri errori, le nostre scelte ed esserci accanto sempre silenziosi fino all'ultimo respiro invece che strepitare tutta la vita, imporre, sentenziare, decidere per gli altri e poi lasciarci soli proprio lì dove soli non vorremmo e non sapremmo mai essere?

detto questo, alla fine io il suq lo amo, e un natale senza la mia numerosa famiglia che ride, urla, litiga e fa pace, beh non sarebbe natale.

3 commenti:

  1. che dire anima? la famiglia non ce la scegliamo mica,per questo ci sono gli amici, i mariti, le mogli :) per poter scegliere e invetare una nuova famiglia. E la tua come è?

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  2. La mia famiglia è la tua famiglia. Identica. Spiccicata.
    QUella di tuo marito, per alcune cose, assomiglia a quella di mio cognato, ma loro oltre al natale si rivedono per i matrimoni.
    Certe volte penso che se ci fosse un minimo di privacy decisionale nella mia di famiglia magari oggi sarei una persona migliore. GLi sbagli, penso, quando fatti da soli, ti fanno crescere meglio.

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  3. @kir: mi piacerebbe dire che è l'equilibrio tra gli opposti, ma anni di analisi non mi tolgono il burqua delle lezioni imparate nel mio suq personale..ci vuole tempo per imparare a essere felici

    @gdn: anch'io credo che gli sbagli fatti da soli siano meglio..quanto meno sono "veri", sono nostri.paghiamo le conseguenze con più leggerezza o forse con un dolore più autentico perchè siamo state noi le uniche responsabili..con le nostre famiglie invece è tutto un po' più complicato..

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