gamibu

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mercoledì 20 marzo 2013

alcool, marinai e foto

sono immersa nei libri, negli appunti, nei post it e nelle pagine della tesi. ho piani in testa, per arrivare a mettere la parola fine, ma non riesco a rispettarli. fuori c'è il sole-sempre- una bella temperatura, prima che l'estate arrivi e ci massacri, una palestra e delle amiche che mi aspettano.

e un peso sullo stomaco. che io serena non ci so stare. tra senso di colpa, fatica, ansia e pensieri negativi sul futuro, la sera mi rigiro nel letto senza pace. mi sono resa conto che mi addormento di botto solo quando esco la sera e bevo una birra o un paio di bicchieri di vino. cioè solo l'alcool riesce a farmi addormentare come un bambino.
ovviamente questo non significa che presto mi troverò a una riunione di alcolisti anonimi. questo non mi ha spinto a bere. però mi sono accorta che solo quando ho bevuto dormo senza pensieri.

questo significa, semplicemente, che ho troppi pensieri. e troppe paranoie. e troppe ansie per il futuro.
vivo così sospesa. con quest'ansia di fare, questo bisogno di vedere una strada tracciata di fronte a me, che cozza prepotentemente con quella che sono, e che vorrei essere: vorrei essere un marinaio -virtualmente, visto che soffro il mal di mare e sincermente preferisco avere il mare davanti che sotto- perchè i marinai tracciano una rotta che, per quanto precisa, resta sempre una rotta di massima, perchè non possono sapere in anticipo se il vento girerà, se verrà una tempesta, se la barca risponderà a dovere. cioè un po' lo sanno, un po' lo fiutano, molto è affidato all'istinto.
saper perdere la strada e seguire le stelle, saper immaginare non l'approdo, ma la rotta, miglio per miglio, correggendola se si scarroccia troppo.

ecco mi piacerebbe essere così. capace di annusare l'aria e seguire le tracce. non aver paura del viaggio, anzi godermelo tutto. io non voglio la foto dell'approdo, voglio le foto del viaggio, quando si fa fatica, si suda, si teme di non farcela, si piange anche, si perde la rotta, si improvvisa. perchè quella è la parte vera. non l'approdo, quando ripulita e sorridente ti metti in posa, ma prima, mentre sei solo tu e quella cavolo di strada sbagliata o persa o dubbia. quando pensi che non ce la farai e come un mantra ti ripeti ossessivamente -ce la farò, ce la farò, ce la farò-.
voglio le foto del mentre, del durante. per non dimenticare mai quanto è costato l'approdo, ma anche quanta soddisfazione ha dato andare oltre me stessa, le mie paure e le mie ansie. con o senza birra.

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