mi mancherà la neve. mi mancherà il rumore-silenzio che fa quando cade, il modo in cui rende la notte luminosa e brillante, l'odore che da all'aria, di freddo freddo da coperta e tisana.
mi mancherà la pioggia, quella estiva che sa di marciapiedi bagnati, uno dei miei odori preferiti, che sa di caldo che evapora; quella autunnale che sembra non finire mai, sa di foglie marce e cappotti infeltriti; quella primaverile che non vedi l'ora che finisca, e-che-cavolo, ma è ancora inverno?
mi mancheranno le colline, il lago, la luce, i boschi, il verde.. a me?? io che sono sempre stata affezionata soprattutto al cemento, alle strade, alla città.. e infatti mi mancherà anche la città. non una specifica, o forse si, un po', ma soprattutto l'idea di città. di come è una città per me.
non avevo mai riflettutto come concetti banali per me, che richiamano un ben preciso modello e stereotipo, non siano universali.. insomma se dico pane, per quanto possano venirmi in mente una valanga di tipi di pane, sempre pane è. ha un odore preciso, una consistenza in bocca, un colore definito.
e così una città: ha il suo odore specifico, ma in generale sa di città. ha dei colori, dalle mie parti piuttosto grigi, ha una consistenza, quando tocchi le mura spagnole, una panchina di un parco, la balaustra di un ponte di ferro.
è un immaginario comune, che nelle sue sottili differenze, costruisce le sovrastrutture emotive e sensoriali della società.
dove andrò, i presupposti cambiano, le sovrastrutture -antiche quanto le mie- hanno radici diverse. non è solo questione di lingua, è questione di forma mentis. ecco mi sento un po' come un occidentale che avesse deciso di attraversare la cortina di ferro negli anni 60.
io vado oltre la cortina di ferro del 2010. dalla parte dei "cattivi", più o meno.
e vado a scoprire non tanto chi ha torto e chi ragione -sinceramente questo manicheismo tutto americano non mi interessa- ma a scoprire cosa è per loro l'idea di pane, e l'idea di città e altre mille idee. vado a scoprire cosa vuol dire chiamare città qualcosa di totalmente diverso dal concetto-città che sta nella mia mente. e cosa sia il concetto di caldo-freddo e umido e e e..
e sono entusiasta, e tornerò con mille immagini e un nuovo mondo in testa e questo è la migliore approssimazione di felicità che riesco a immaginare, e poter entrare (ma intendo proprio entrare, tipo calarmi dall'alto e fare un bagno di umiltà e scoperta) in una forma mentis diversa mi affascina e mi stimola e un po' mi spaventa perchè temo che sarà un bagnetto e non un'immersione che alla fine sono quello che sono e non credo che capirò al 100% qualcosa di così diverso..e e e..
e tutto questo.. però so già che mi mancherà la neve. e la pioggia. e le colline, il lago, la luce, i boschi, il verde.e la città.
perchè alla fine come dice kirsebaer ..
buon viaggio mia cara,
RispondiEliminaattendo con ansia il tuo resoconto
calarsi in altre culture, essere aperti a nuove forme mentis, a nuove linee, a nuovi concetti, a nuovi mondi credo che sia sempre un gran bene per l'anima...soprattutto per un'anima in continua evoluzione
un abbraccio
già già... sono sicura che ti farà un gran bene. ti arricchirà. tornerai cambiata e quello che hai sempre vissuto lo vedrai con occhi diversi. farai confronti e scoprirai che forse non è poi il massimo, o forse scoprirai che non c'è altro posto in cui tu possa vivere.
RispondiEliminascoprirai in quali altri modi puoi essere oltre a quello a cui sei abituata.
insomma, sarà tutta una scoperta, di te stessa in primis!
enjoy!