una amica parte per trascorrere l'estate in italia. qui fa troppo caldo per il suo cucciolo. torna a casa. ritornerà a settembre..
io parto per un breve passaggio in italia, poi rientro e poi riparto per raggiungere la mia amica lunga dove la croce del sud prende il posto della stella polare.
mentre salutavo l'amica e il cucciolo, l'altra amica mi dice di non piangere: tieni le lacrime per quando ce ne andremo definitivamente.
e a me manca il fiato. mi manca proprio. perchè se ne andranno prima di me. e nulla sarà più come prima. questo posto, che ha senso solo per loro, diventerà un deserto.
ecco, pensavo, questo è un altro dei lati negativi di essere expat. quando vivi tutta la vita nel tuo paese, può succedere che qualcuno dei tuoi amici parta. decida di cercare un altro luogo da chiamare casa. ed è terribile e devastante e.
però non è tutto il mondo che ti gira intorno. non è così sicuro e scientifico e ovvio come quando si è expat. nella mia vita, una vita da expat in movimento, si è fortunati quando un'amicizia ha la possibilità di durare 3 o 4 anni. è il colmo della fortuna, tenendo conto che la policy di molte aziende pubbliche e private è un cambio ogni 4 anni, la possibilità che i quattro anni siano in parallello è bassissima.
di solito una sovrapposizione di un paio d'anni è già buona.
di solito questa cosa non mi pesa. mai trovato amiche come queste nel mio peregrinare. ma oggi, quella frase mi ha colpito come un macigno.
e allora mi sono sentita come nel piccolo principe.. mi resterà almeno il colore del grano.. mi resterà il rimpianto di averle perse ma non il rimorso di aver rinunciato ad amare perchè sapevo in partenza che le avrei perse.
a volte odio proprio tutti questi aerei che ci portano via, odio le partenze, a volte anche i ritorni. odio gli addii.
un ragazzo che conoscevo li odiava così tanto che rinunciò a salutarmi pur di non dover dire addio. però è stato sciocco. gli addii consolano mentre ti spaccano il cuore. senza un addiio non esisterebbe un ben tornato, non potresti aprire le valigie, chiuse a casa, su una nuova vita.
le lacrime non sono segno di debolezza. lavano gli occhi dalla tristezza per permetterti di riaprirli pieni di stupore e aspettativa e voglia di riprovarci.
eppure, anche se sono solo tre mesi, mi mancherà
io parto per un breve passaggio in italia, poi rientro e poi riparto per raggiungere la mia amica lunga dove la croce del sud prende il posto della stella polare.
mentre salutavo l'amica e il cucciolo, l'altra amica mi dice di non piangere: tieni le lacrime per quando ce ne andremo definitivamente.
e a me manca il fiato. mi manca proprio. perchè se ne andranno prima di me. e nulla sarà più come prima. questo posto, che ha senso solo per loro, diventerà un deserto.
ecco, pensavo, questo è un altro dei lati negativi di essere expat. quando vivi tutta la vita nel tuo paese, può succedere che qualcuno dei tuoi amici parta. decida di cercare un altro luogo da chiamare casa. ed è terribile e devastante e.
però non è tutto il mondo che ti gira intorno. non è così sicuro e scientifico e ovvio come quando si è expat. nella mia vita, una vita da expat in movimento, si è fortunati quando un'amicizia ha la possibilità di durare 3 o 4 anni. è il colmo della fortuna, tenendo conto che la policy di molte aziende pubbliche e private è un cambio ogni 4 anni, la possibilità che i quattro anni siano in parallello è bassissima.
di solito una sovrapposizione di un paio d'anni è già buona.
di solito questa cosa non mi pesa. mai trovato amiche come queste nel mio peregrinare. ma oggi, quella frase mi ha colpito come un macigno.
e allora mi sono sentita come nel piccolo principe.. mi resterà almeno il colore del grano.. mi resterà il rimpianto di averle perse ma non il rimorso di aver rinunciato ad amare perchè sapevo in partenza che le avrei perse.
a volte odio proprio tutti questi aerei che ci portano via, odio le partenze, a volte anche i ritorni. odio gli addii.
un ragazzo che conoscevo li odiava così tanto che rinunciò a salutarmi pur di non dover dire addio. però è stato sciocco. gli addii consolano mentre ti spaccano il cuore. senza un addiio non esisterebbe un ben tornato, non potresti aprire le valigie, chiuse a casa, su una nuova vita.
le lacrime non sono segno di debolezza. lavano gli occhi dalla tristezza per permetterti di riaprirli pieni di stupore e aspettativa e voglia di riprovarci.
eppure, anche se sono solo tre mesi, mi mancherà