gamibu

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martedì 7 febbraio 2012

cipolle e filosofia e fatica

ci sono no che escono dal cuore. rigidità che ritornano, loop che non si bloccano.
ci sono volte in cui mi sembra di essere allo stesso punto di anni fa, ma poi mi fermo faccio un bel respiro, entro dalla psico e mi sento dare della "distonica" -che non sembra ma in questo caso si è rivelato essere un commento positivo.

a volte basta un nulla, un sogno, una macchina che non parte e il meccanismo si inceppa.. tutta la fatica che faccio per sentirmi, per capirmi, per accettarmi si infrange in un cortocircuito emotivo che non so interrompere. e allora parlo come un fiume in piena, mi innervosisco, fumo troppe sigarette, bevo troppi caffè e parlo ancora e ancora.

io lo so cosa c'è dietro, ma è come una cipolla. se tolgo il primo strato ce ne sarà un altro e un altro e un altro. e non so se ho la forza e la capacità, e la resistenza e neppure- forse- la volontà di arrivare in fondo. che a me la filosofia mi ha sempre fatto schifo, a me piace la storia. e qui mi si chiede -anzi io mi chiedo- filosofia, e non sono mai stata brava.

il primo strato è la necessità di essere confermata.
il secondo strato è l'esternalizzazione delle scelte.
il terzo è fare lo struzzo.
il quarto è pensare di volere solo quello che mi sono già preclusa.
il quinto la paura.

più avanti non so andare. anzi vorrei dire, non sono ancora stata capace di andare.
ma ci andrò.
per non trasformare una scelta di avventura in esilio.
un sogno in capriccio.
un'opportunità in destino da cui non si può sfuggire.

per non permettermi di dimenticare.

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